Anni bestiali a Martigny
I colori sgargianti del Fauvismo risplendono sulle pareti della Fondation Pierre Gianadda

È rimasta famosa nelle vicende dell’arte del primo ’900 l’esclamazione del critico Louis Vauxcelles, che al Salon d’Automne di Parigi del 1905, vedendo una scultura molto tradizionale esposta tra le vampate di colore dei dipinti di Henri Matisse, André Derain, Albert Marquet, Henri Mangouin, Maurice de Vlaminck, Charles Camoin e Georges Rouault, commentò: «Donatello parmi les fauves», Donatello fra le belve.
Tali gli dovevano sembrare, allora, quei pittori che, rifiutando tanto la pittura forbita dell’Accademia quanto il pulviscolo luminoso degli impressionisti, presero a servirsi di colori incendiari e antinaturalistici, non più descrittivi ma intensamente espressivi. Da allora quei pittori, cui presto se ne sarebbero aggiunti altri non meno anticonformisti (alcuni di Le Havre, come Othon Friesz, Raoul Dufy, Georges Braque, altri di altre aree della Francia e altri ancora, come Kees van Dongen, dai Paesi Bassi) divennero per tutti «i Fauves».
Loro maestro ideale, Van Gogh; loro capofila, Matisse. Ma anche Picasso ebbe delle tangenze con la loro pittura fatta di contrasti cromatici, di campiture piatte di colore (dopo gli esordi, con tasselli cromatici di matrice ancora neoimpressionista), di una luce piena, assoluta (quella del Mediterraneo, ma anche della Senna e della Normandia) o dell’illuminazione artificiale delle notti parigine. In cerca di nuovi codici espressivi, molti di loro (Derain più di tutti) si lasciarono sedurre dall’arte africana e oceanica, di cui amavano le forme primarie.
I protagonisti di questa avanguardia, la prima del ’900, sono al centro della mostra «Gli anni fauves», a cura di Fabrice Hergott con Jacqueline Munck e Arianne Sarkari, presentata dal 7 luglio al 21 gennaio 2024 dalla Fondation Pierre Gianadda di Martigny con il Musée d’Art Moderne de Paris e Paris Musées, da cui giungono i loro dipinti, le loro estrose ceramiche e le sculture dell’Africa e della Nuova Guinea, collezionate da molti di loro.