Allo Stedelijk i migranti che hanno fatto il ’900

Chagall, Picasso, Mondrian e gli altri a Parigi: le storie di 50 grandissimi «expat»

«Autoritratto con sette dita» di Marc Chagall (particolare). Collection Cultural Heritage Agency of the Netherlands. c/o Pictoright Amsterdam
Bianca Bozzeda |  | Amsterdam

Ci sono personalità fortunate a cui la Storia concede il beneficio di essere ricordate per il proprio lavoro più che per le loro origini. È il caso di alcuni giovani aspiranti artisti che cent’anni fa lasciavano il loro Paese per recarsi a Parigi, allora capitale indiscussa del mondo dell’arte. Squattrinati e spesso senza conoscere la lingua del posto, approdavano in una città che, all’alba del XX secolo, era abitata da un crescente antisemitismo e nazionalismo.

Tra questi giovani migranti si celavano nomi quali Marc Chagall, Piet Mondrian e Pablo Picasso (assieme a Natalia Goncarova, Man Ray, Constantin Brancusi, Sonia Delaunay, Amedeo Modigliani e molti altri).

Con l’esposizione «Chagall, Picasso, Mondrian e altri artisti migranti a Parigi» (dal 21 settembre al 2 febbraio), lo Stedelijk ha deciso di mettere in luce la storia di oltre 50 migranti di un secolo fa, diventati protagonisti della
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