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L’artista bolognese, inizialmente vicino alla pittura espressionista, influenzata da Francis Bacon e Oscar Kokoschka, quindi associato alla Figurazione narrativa, emersa nei primi anni ‘60 in Francia, esplora temi a lui cari come il viaggio, la musica, la letteratura, il teatro
- Luana De Micco
- 01 luglio 2022
- 00’minuti di lettura


Un particolare di «Looking Out To The Sea» (2022) di Valerio Adami © Courtesy Templon
Alla Galleria Templon, Valerio Adami
L’artista bolognese, inizialmente vicino alla pittura espressionista, influenzata da Francis Bacon e Oscar Kokoschka, quindi associato alla Figurazione narrativa, emersa nei primi anni ‘60 in Francia, esplora temi a lui cari come il viaggio, la musica, la letteratura, il teatro
- Luana De Micco
- 01 luglio 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliNel corso degli ultimi due anni, Valerio Adami, 87 anni, si è dedicato, perlopiù nel suo atelier di Montmartre, a una serie di tele introspettive dai colori shock, aciduli e vivaci, e dal tipico tratto nero, caratteristico del suo stile, al limite del fumetto, che delimita in modo netto le composizioni dominate da personaggi dai corpi distorti e nervosi.
Una sorta di ritorno alle origini, agli anni della formazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Una dozzina di queste tele inedite sono esposte, fino al 22 luglio, alla galleria Templon della rue Beaubourg.L’artista bolognese, inizialmente vicino alla pittura espressionista, influenzata da Francis Bacon e Oscar Kokoschka, quindi associato alla Figurazione narrativa, emersa nei primi anni ‘60 in Francia, esplora qui alcuni temi a lui cari come il viaggio, la musica, la letteratura, il teatro.
Alcune opere sono omaggi dichiarati a grandi poeti e scrittori come William Shakespeare, con «Is this Hamlet» (2020), o Walt Whitman (2021). Altre composizioni sono scene di vita quotidiana come «Tv in casa» o «Ascoltando la radio» (entrambe del 2022).
«Più che mai l’artista definisce la sua tecnica come un’interrogazione filosofica sul verbo. Enigmatica e ben strutturata, nota la galleria, la sua pittura sfida le leggi della prospettiva moltiplicando le inquadrature e i punti di fuga». Dopo la prima personale a Milano nel 1959, Adami ha partecipato a documenta III di Kassel del 1964 e alla Biennale di Venezia del 1968 e ha esposto al Musée d’art moderne del Centre Pompidou nel 1985. Nel 2015, per i suoi 80 anni, è stato al centro di una mostra itinerante tra Torino, Mantova e Perpignan.