S’intitola «Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano», citando la monumentale raccolta di scritti in cinque volumi dello studioso edita da Allemandi, la mostra che il Museo Poldi Pezzoli, diretto da Annalisa Zanni, dedica allo studioso nel centenario della nascita.
La rassegna (dall’11 novembre al 7 marzo 2022), curata da Andrea Bacchi, direttore della Fondazione Zeri di Bologna, e Andrea Di Lorenzo, direttore del Museo Ginori di Firenze (dopo essere stato lungamente una «colonna» del Poldi Pezzoli), ricostruisce la trama di relazioni intessuta dallo studioso con i collezionisti e le istituzioni milanesi, fra le quali il Poldi Pezzoli occupa un posto di rilievo.
Zeri si spese infatti intensamente per la raccolta fondi «Una dote per il Poldi Pezzoli», 1984-86, indetta dall’allora direttrice e sua cara amica Alessandra Mottola Molfino, e legò poi al museo due suoi dipinti, la «Santa Elisabetta d’Ungheria», opera di un collaboratore di Raffaello (forse Domenico di Paride Alfani; Perugia, 1480 ca-1553 ca), e la «Pietà» di Giovanni De Vecchi (Sansepolcro, 1536 ca-Roma, 1614).
Una trentina le opere in mostra: oltre ai suoi due dipinti, i lavori di artisti spesso «laterali» (i suoi prediletti), acquisiti da musei o collezionisti milanesi. Come il nucleo di Donato de’ Bardi (pittore pavese, attivo in Liguria nella prima metà del Quattrocento), di cui è ricostruito qui un polittico smembrato, ricomposto da Zeri, o i dipinti di Johannes Hispanus, oggetto di un suo magistrale articolo del 1948 centrato sulla «Deposizione», 1510 ca, firmata, esposta per la prima volta in Italia.
Con queste, sono in mostra opere di Andrea Previtali, Giovanni Battista Moroni, Giulio Cesare Procaccini e Alessandro Magnasco, in un allestimento che rievoca l’enfilade della sua biblioteca e fototeca di Mentana.
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