Tina Lepri
Leggi i suoi articoliRoma. La mostra fotografica «Nome in codice Caesar: Detenuti siriani vittime di torture» al Museo MaXXI di Roma da stasera a domenica 9 ottobre, non è una esposizione per tutti. È un viaggio nell'orrore. «Immagini scioccanti», avvisa un cartello all’ingresso.
Sono 53.275 le fotografie dei detenuti nelle carceri di Bashar Assad scattate da Caesar, ex ufficiale della polizia militare siriana, che è riuscito a far uscire le immagini dalla Siria nel 2013 (Caesar è lo pseudonimo della persona che da allora vive nascosta e su cui pende una condanna a morte emessa dal Governo siriano). Ritraggono corpi amputati e martoriati, tutti con segni di pesanti torture, i volti resi irriconoscibili dalle percosse e dal sangue. Le foto sono state scattate con il permesso delle autorità governative allo scopo di documentare l’identità dei prigionieri: non per ragioni di giustizia ma per avere un «quadro di precisa contabilità».
Secondo il Centro di Documentazione delle violazioni in Siria, non si sa quanti siano i prigionieri scomparsi dal 2011 in Siria. Gli arrestati sono circa 65mila. I morti complessivi, quelli nelle mani del regime di Assad (incluse le vittime di sparizioni forzate) oltre 141mila: di questi, circa 3.500 vittime di torture, comprese donne e bambini. Caesar è lo pseudonimo della persona che vive nascosta dal 2013 e su cui pende una condanna a morte emessa dal Governo siriano.
Le immagini del MaXXI sono durissime e sconvolgenti, dichiara Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MaXXI, «ma è la guerra ad essere terribile e sconvolgente e nessuno può far finta di non vedere la tragedia di Aleppo e della Siria». Già allestita alle Nazioni Unite di New York, al Museo dell’Olocausto di Washington e nelle principali città europee, la mostra arriva per la prima volta in Italia.
Articoli precedenti
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede | Accesso | Sistemi informatici | Visibilità | Illuminazione | Custodi e Sicurezza | Toilette | Bookshop | Ascensore | Caffetteria
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede | Accesso | Sistemi informatici | Visibilità | Illuminazione | Custodi e Sicurezza | Toilette | Bookshop | Ascensore | Caffetteria
È grazie all’archeologo che le incisioni rupestri della Valcamonica sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Unesco. Secondo lo studioso (93 anni a maggio) qui come in altre parti d’Europa vi è la testimonianza di una grande religione universale
Archeologia, ma anche arte contemporanea e mostre nel sito, parte del Museo Nazionale Romano, che da gennaio sarà oggetto di nuovi scavi e restauri