Al centro della mostra dossier «De Pisis. Il silenzio delle cose», allestita fino al 2 giugno nella sala dei Comuni del Castello Estense, è l’ultima acquisizione del Mibac per le civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara (deposito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia): la «Natura morta marina con peperoni, una melanzana e una conchiglia» che il pittore eseguì nel 1946 proprio nella città lagunare, nell’anno del trasferimento da Milano e divenuta uno dei soggetti preferiti con numerose «riprese» di piazza San Marco e della Chiesa della Salute, dall’isola di San Giorgio a ogni rio e canale.
Insieme alla recente acquisizione, che integra il nucleo conservato nella città estense di 250 opere, tra dipinti, disegni e litografie di Filippo Tibertelli de Pisis (Ferrara, 1896-Milano, 1956), fanno da corona negli spazi del Castello altre composizioni realizzate dall’artista in varie fasi della carriera.
I soggetti, scelti dal curatore Vasilij Gusella, spaziano dalle dimensioni raccolte di una conchiglia, di ortaggi abbandonati sulla sabbia, di un piccolo volatile, all’infinitamente grande della natura, il mare o il cielo. Ne emergono tematiche metafisiche con cenni a Giorgio de Chirico e Carlo Carrà nonché a una poetica e sentimentalista attenzione al reale desunta da poeti e scrittori come Pascoli, Govoni, Palazzeschi.
Tra le opere: «Natura morta con il martin pescatore» (1925), legata al tema pascoliano del ricordo, «Cipolle di Socrate» e alcune nature morte marine (1927-32) più aderenti al de Chirico che de Pisis conobbe a Ferrara nel 1915. A completare il percorso sono ordinate anche sette litografie del 1945-46 nelle quali l’artista delinea masse e volumi attraverso il tratteggio.
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