Al British le trasgressioni del Tantra

Una cultura che nei secoli ha sfidato norme politiche, sessuali e sociali

La dea Kalì cammina sul corpo di Shiva, probabilmente proveniente da Krishnanagar, Bengala, 1890 ca
Federico Florian |  | LONDRA

Con oltre cento tra opere e manufatti «Tantra: Enlightenment to Revolution» è la prima mostra in suolo britannico dedicata alla cultura tantrica, spesso vittima di tabù e fraintendimenti. Il British Museum, che la ospita fino al 24 gennaio, possiede una fra le più ampie e complete collezioni al mondo di materiali tantrici.

Tacciato di immoralità dai primi orientalisti europei e oggi ridotto in modo semplicistico alle pratiche del sesso e dello yoga, il tantrismo è un sofisticato sistema di pensiero, fondamento dei grandi sistemi religiosi dell’India, Buddhismo e Induismo in primis.

La curatrice della mostra Imma Ramos rappresenta il Tantra come una «filosofia della trasgressione» finalizzata a sovvertire l’ordine precostituito. Nata in India oltre 1.500 anni fa, la cultura tantrica ha sfidato norme politiche, sessuali e sociali, ispirando rivoluzioni come quella contro il Governo britannico per l’indipendenza indiana.

La mostra illustra la storia e l’evoluzione del Tantra nei secoli e il suo impatto in Oriente e in Occidente. Tra i reperti esposti quattro testi sacri prodotti in Nepal nel XII secolo sotto forma di conversazioni tra due divinità (dalla Cambridge University Library). Uno di essi descrive i benefici derivanti dall’attività sessuale con il proprio partner, il cui scopo ultimo sarebbe di trascendere il desiderio stesso.

Poi bassorilievi, stampe, dipinti e sculture di divinità e lavori di artiste contemporanee che reinterpretano la cultura tantrica come Sutapa Biswas. Infine, una sezione dedicata all’influenza sulle controculture fiorite in America e nel Regno Unito negli anni Sessanta e Settanta.

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