
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
L'XI edizione dei Rencontres mette l'Africa al centro
- Chiara Coronelli
- 06 dicembre 2017
- 00’minuti di lettura


Cairo Bats, «Act I: The Roof», 2016
Afrotopia a Bamako
L'XI edizione dei Rencontres mette l'Africa al centro
- Chiara Coronelli
- 06 dicembre 2017
- 00’minuti di lettura
Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoli«Scegliere di intitolare questa edizione “Afrotopia”, dichiara Marie-Ann Yemsi, direttrice artistica degli XI Rencontres de Bamako, facendo eco all’intellettuale senegalese Felwine Sarr, rileva la volontà di iscrivere questa biennale storica e pionieristica per la fotografia nelle nuove dinamiche panafricane, di accoglierle e di contribuirvi».
Organizzato dal Ministero della Cultura del Mali con l’Institut Français, e sempre sotto la guida di Samuel Sidibé, delegato generale dei Rencontres dal 2009, il festival si conferma principale piattaforma dedicata alla fotografia contemporanea africana. Per la sua biennale, che si svolge a partire dal 2 dicembre e fino al 31 gennaio, Marie-Ann Yemsi ha coinvolto altri sei curatori (Sammy Baloji, Olfa Feki, Rébecca Lamarche-Vadel, Lekgetho James Makola,Aïda Muluneh, Azu Nwagbogu), capaci di far emergere una pluralità di sguardi che rimettono l’Africa al centro delle riflessioni, dimostrando la sua capacità di porsi come risorsa per il domani di un mondo globalizzato. È questo il disegno della collettiva panafricana, come sempre cuore della manifestazione, dove sono stati selezionati quaranta artisti, tra i quali Teddy Mazina, Zied Ben Romdhane e il collettivo femminile Cairo Bats. Con una grande varietà di approcci, i loro lavori «fanno emergere dei racconti alternativi sull’Africa, che creano nuovi legami con il passato, mentre fanno luce sul presente e aprono diverse prospettive per il futuro». Le altre mostre propongono approfondimenti: la visione storica di «La vie selon James Barnor», dedicata al grande fotografo ghanese; l’esperienza dell’insularità di «La part de l’autre»; la crucialità del legame tra rappresentazione della storia e futuri possibili di «Afrofuturism: Transhumans Imagining a New Vision for Africa»; e il ruolo della musica nel tempo delle indipendenze in «Independence Remixed».

Cairo Bats, «Act I: The Roof», 2016