Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Affreschi della Cupola del Duomo di Piacenza, 1626-1627

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Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Affreschi della Cupola del Duomo di Piacenza, 1626-1627

A Piacenza incontri ravvicinati con Guercino

Stefano Luppi

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Piacenza. Una «carrellata» di venti dipinti e disegni di Giovanni Francesco Barbieri (Cento, 1591 - Bologna, 1666) presso la Cappella ducale di Palazzo Farnese, dedicata all’intera produzione di Guercino, introducono alla visione ravvicinata, grazie a percorsi interni del tamburo, degli affreschi che il maestro emiliano realizzò nel 1626-27 sulla cupola della Cattedrale, dotata di una nuova illuminazione realizzata da Davide Groppi. Il 22 e 23 marzo, i maggiori esperti del Guercino faranno il punto sui più recenti studi dedicati al maestro di Cento in un convegno ospitato dai Musei civici di Palazzo Farnese.
Sono questi i contenuti del progetto «Guercino a Piacenza», visibile fino al 4 giugno, promosso dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio e dal Comune di Piacenza e affidato alla curatela di Daniele Benati e Antonella Gigli grazie ai quali si analizzerà la produzione in terra piacentina e non solo del maestro (catalogo Skira).
«Guercino tra sacro e profano», la mostra a Palazzo Farnese, che i curatori hanno voluto dedicare a Sir Denis Mahon, il «riscopritore novecentesco» del maestro emiliano, presenta alcune opere note suddivise lungo un percorso temporale. Dal territorio centese arrivano, tra le altre, «Madonna con Bambino e santi Pancrazio e Chiara» (1615) o «San Bernardino e san Francesco in preghiera davanti alla Madonna di Loreto» (1618), ma ci sono lungo il percorso anche prestiti da altri musei e collezioni: «Et in Arcadia ego» (1618) da Palazzo Barberini di Roma, «San Martino e l’angelo» dai Musei Capitolini (1622), «Cleopatra morente» (1648) da Palazzo Rosso di Genova, «Susanna e i vecchioni» (1649-50) dalla Galleria nazionale di Parma tra gli altri.
Il pezzo forte dell’appuntamento è però appunto la visita agli affreschi della cattedrale piacentina che il pittore realizzò da maggio 1626 sostituendo Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone che aveva iniziato il lavoro prima di morire. Per «millenovecento ducatoni» e una casa in «domo claustrum» (lo dicono i documenti in mostra in Duomo) Guercino dipinse sei scomparti affrescati con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, le otto lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù (Annuncio ai Pastori, Adorazione dei pastori, Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto) e affascinanti Sibille nonché il fregio del tamburo affidato ad aiuti. Una proiezione multimediale riproduce gli affreschi della cupola e i disegni preparatori in scala 1:2.

Per informazioni: tel. 335.1492369; mail: info@guercinopiacenza.com.

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Affreschi della Cupola del Duomo di Piacenza, 1626-1627

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Affreschi della Cupola del Duomo di Piacenza, 1626-1627

Stefano Luppi, 14 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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