Aperta lo scorso anno e poi chiusa dopo un mese a causa della pandemia, la mostra «Donne nell’Arte da Tiziano a Boldini», curata da Davide Dotti e organizzata dall’Associazione Amici Palazzo Tosio Martinengo, riapre il 22 gennaio nel nobile Palazzo bresciano, dove resterà visibile fino al 12 giugno.
Come spiega il titolo, l’arco temporale coperto dalle opere è molto ampio, dal ’500 all’ultimo ’800. Il filo che unisce le opere (alcune delle quali per la prima volta in Italia, come la «Maddalena» di Tiziano, da una collezione tedesca, o il disegno della «Coppia di amanti in piedi», 1907-08, di Gustav Klimt) è dunque il tema: la figura femminile, appunto. Che qui è declinata in otto sezioni tematiche, da «Sante ed eroine bibliche» a «Nudo e sensualità».
Fra le 90 opere in mostra, ci s’imbatte così nel ritratto dell’incantevole, elegantissima «Francesca (Fanny) Lechi», 1803, di Andrea Appiani, non più visto da oltre 25 anni (il curatore conosce bene le migliori collezioni private) e nella misera madre allattante di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, nei nudi sensuali o nelle dame del gran mondo di Giovanni Boldini e nell’affaticata contadina di Achille Glisenti, nella romantica popolana di Bartolomeo Giuliano e nella «Ballerina a La Scala» di Angelo Morbelli, in una sorta di (seducente) catalogo delle figure, ma anche degli stereotipi femminili dei secoli passati.
Dal 12 febbraio al 12 giugno il Museo Diocesano presenta un percorso parallelo, sempre a cura di Davide Dotti, sulla rappresentazione femminile nei dipinti sacri, visitabile con il biglietto di Palazzo Martinengo.
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