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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliRoma. Dall’8 dicembre al 10 gennaio 2016 AuditoriumArte, lo spazio espositivo dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, ospita una mostra di Giami Piacentile, dal titolo «Strenne».
Giami Piacentile esisterà solo per questa mostra, perché il suo vero nome è Gianni Piacentini, artista noto alle cronache d’arte per il suo gusto del paradosso e per lo stile ironico e autoironico con cui gestisce, in installazioni e performance, i grandi temi della vita. Celebre è la sua «Partita bianca», reiterata in più occasioni dal 2010, dove, in stadi veri, si sono fronteggiate squadre di calcio con tutti i giocatori vestiti di pantaloncini e maglietta bianca, senza numero sulle spalle: un manifesto contro la violenza negli stadi e contro i conflitti interpersonali.
Ora, per la cura di Anna Cestelli Guidi, la mostra «Strenne» ha per oggetto il presepe, il Natale e l’idea del dono. Un’installazione, per esempio, sarà composta da vari pastori dormienti del presepe napoletano, ovvero da quelle figure di pastori stesi e assopiti che, secondo la tradizione, sognano la scena di cui sono parte. Quindi non vanno svegliati, perché tutto potrebbe svanire d’incanto, rivelando che la vita possa essere solo sogno. Su questa falsariga, un’altra installazione sarà composta di vassoi di pasticcini impacchettati, ma vuoti.
L’artista ha chiesto infatti a numerose pasticcerie della capitale di ricevere «in dono» questo pacco senza paste: la dolcezza è nel gesto. Su una parete ricoperta da mappe della città, campeggeranno qui e là casette di presepe, perché, come dice l’artista «una casa non si nega a nessuno». E neanche una pecorella di plastica. A ogni visitatore sarà per questo consegnata all’entrata una bianca pecorella, che andrà progressivamente a formare un gregge secondo l’inventiva dei compartecipi fruitori.
Il 6 gennaio, poi, alle 18, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, in apertura del concerto «La Chiarastella. I canti di Natale nelle tradizioni popolari» (un progetto di Ambrogio Sparagna), Giami Piacentile svolgerà una performance fatta con le sole dita delle mani, generando dal niente personaggi e atti del presepe, ovvero di un hortus conclusus in cui avviene un miracolo.

Giami Piacentile, «Tutti benino»

Giami Piacentile, «Egregge»
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