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A Murano per sperimentare

L’attività di Paolo Venini, importante rinnovatore del vetro muranese, è al centro della mostra e del catalogo ragionato che la correda

Carla Cerutti

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L’esposizione a lui dedicata è allestita fino all'8 gennaio presso la Fondazione Giorgio Cini e la Pentagram Stiftung a Venezia. A differenza delle precedenti rassegne monografiche (Carlo Scarpa, Napoleone Martinuzzi, Tomaso Buzzi e Fulvio Bianconi), quest’ultima non riguarda solo Paolo Venini come designer ma anche la sua fornace e, quindi, la sua figura di illuminato imprenditore e le creazioni di quei collaboratori che contribuirono efficacemente allo sviluppo del suo stile.

Nel saggio introduttivo Marino Barovier, curatore della mostra e, con Carla Sonego, dell’imponente catalogo ragionato, ne ricostruisce l’instancabile e appassionata attività di sperimentatore dagli anni Venti al 1959, quando Venini scompare. Partendo dalla «coraggiosa riforma moderna» avviata grazie al sodalizio con Giacomo Cappellin, l’iter prosegue con le vicende della Venini&C. e le proficue collaborazioni con Martinuzzi, Gio Ponti, Buzzi, Scarpa, Tyra Lundgren e Bianconi.

Agli anni Trenta risalgono le prime creazioni di Venini stesso, come le murrine romane, messe a punto con Carlo Scarpa, o i vetri Diamante, seguiti, negli anni Cinquanta, dagli Zanfirici, dalla fortunata serie Mosaico a tessuto multicolore e dalle rielaborazioni elegantissime del vetro a murrine in varie declinazioni. Altrettanto ricca è la rassegna dei vetri incisi, frutto dell’interesse di Venini per i progettisti scandinavi, come straordinarie si rivelano le vetrate policrome degli ultimi anni.

Dallo scritto di Barovier, come dai successivi a firma di Carla Sonego, Rosa Barovier Mentasti, Howard J. Lockwood, Marika Bogren e Valerio Terraroli, che ampliano e completano il campo di ricerca, emergono ben delineati non solo il temperamento e l’operato di Paolo Venini ma anche l’ambiente in cui si muove e le figure di contorno più significative, i rapporti con il mondo dell’architettura, delle esposizioni e con il mercato estero. Il regesto delle opere è costituito da circa 300 schede scientifiche, con relative immagini e documentazione d’archivio, di altrettanti modelli ideati dal Venini e da 250 relative a vetri ideati da Tyra Lundgren, Gio Ponti, Piero Fornasetti, Eugène Berman, Ken Scott, Riccardo Licata, Charles Lin Tissot, Massimo Vignelli, Tobia Scarpa e Grete Korsmo, designer norvegese autrice di innovativi gioielli in vetro e argento, progettati con Paolo Venini alla vigilia della sua scomparsa e non più riprodotti. Completano il volume l’elenco delle esposizioni Venini dal 1932 al 1960, la bibliografia e alcune trascrizioni delle lettere comprese nel carteggio Venini-Ojetti dal 1925 al 1957.

Paolo Venini e la sua fornace
a cura di Marino Barovier e Carla Sonego
532 pp., ill. col.
Skira, Milano 2016
€ 75,00

Carla Cerutti, 06 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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