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Esposti 36 dipinti degli oltre 350 del collezionista
- Elena Franzoia
- 29 settembre 2018
- 00’minuti di lettura


Sebastiano del Piombo «Ritratto di Ippolito de Medici» (particolare)
I volti cinquecenteschi di Alessandra
Esposti 36 dipinti degli oltre 350 del collezionista
- Elena Franzoia
- 29 settembre 2018
- 00’minuti di lettura
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliCasa dei Carraresi ospita dal 29 settembre al 3 febbraio la mostra «Da Tiziano a Van Dyck. Il volto del ’500», curata da Ettore Merkel e tesa a valorizzare nella sua completezza la collezione di Giuseppe Alessandra (Mogliano Veneto, 1936), prevalentemente dedicata al ritratto veneto nel Rinascimento.
«Pur avendo presentato opere in importanti esposizioni, spiega Daniel Buso, organizzatore della rassegna con la sua società Artika, questa collezione privata non era mai stata finora oggetto di una mostra esclusiva. Nata grazie a Donna Margherita Ventimiglia Alessandra come collezione di arte moderna e contemporanea e inizialmente focalizzata su Otto e Novecento, la collezione è passata nel 1956 nelle mani del figlio Giuseppe, che anche grazie alla consulenza dello storico dell’arte Pietro Zampetti l’ha progressivamente orientata verso il Rinascimento veneto, raggiungendo le circa 350 opere attuali».
Le 56 opere selezionate per Casa dei Carraresi sono suddivise in 6 sezioni cronologiche
e tematiche: le botteghe da Bellini a Giorgione; le grandi botteghe del Rinascimento maturo, incentrate intorno a Tiziano, Tintoretto, Veronese e i Bassano; l’area lombarda, con le esperienze di Brescia e Bergamo; l’Italia Centrale con Raffaello, Andrea del Sarto e i Salviati; i pittori d’Oltralpe influenzati dalla pittura veneta e la scena italiana dopo il 1600, in cui emergono il fondatore della prima bottega barocca veneziana Sebastiano Bombelli e il romano Carlo Maratta, considerato l’erede di Bernini.
Tra le opere più rilevanti in mostra si preannunciano la «Didone abbandonata» di Raffaello, il «Cristo portacroce» attribuito a Giorgione, il «Ritratto di Ottavio Farnese» di Tiziano, il «Ritratto di gentiluomo» di Hans von Aachen e la «Testa di carattere» di Van Dyck.

Sebastiano del Piombo «Ritratto di Ippolito de Medici» (particolare)