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Michela Moro
Leggi i suoi articoliSi può ancora definire design una serie di eventi che per quasi un mese trasformano una città nello spazio espositivo di «tutto», più grande al mondo? Dove per tutto s’intende design a 360 gradi e qualsiasi altro soggetto/oggetto che riguardi il vivere contemporaneo, con un giro d’affari d’importanza internazionale. Sembra una novità dei nostri giorni, ma il design è parte fondante del Dna milanese e lombardo.
Sua Maestà il Salone
Nel 1923 si inaugurava a Monza la prima «Mostra internazionale di Arte Decorativa», vetrina biennale del prodotto italiano, tra gli artisti partecipanti Fortunato Depero, Marcello Nizzoli e Gio Ponti. Nel 1933 l’esposizione si trasferisce nella neonata Triennale di Milano, progettata da Giovanni Muzio. Nel palazzo di 12mila metri quadrati sono passati tutti i grandi dell’architettura da Le Corbusier a Philip Johnson, a Renzo Piano, e ovviamente l’intera storia del design mondiale. Nel 1961 l’ente fieristico milanese Cosmit organizza la prima edizione del Salone Internazionale del Mobile, per promuovere le esportazioni italiane di mobili e complementi d’arredo. Il Salone diventa in breve un punto di riferimento mondiale e uno straordinario veicolo di promozione per l’industria di settore. Da 328 espositori in 11mila metri quadrati nel 1961 a 1.841 espositori e 434.509 visitatori in 200mila metri quadrati nel 2018. Senza alcun dubbio il Salone del Mobile è il sovrano reggente del design milanese. La 58ma edizione (Rho Fiera Milano, addetti ai lavori fino al 14 aprile, pubblico dal 13 al 14 aprile, salonemilano.it) raccoglie oltre 2.350 espositori, al 34% stranieri. Le due sezioni pilastro, Salone Internazionale del Mobile e Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, si suddividono a loro volta per tipologie di stile: Design, xLux e Classico. Le biennali specializzate, che si alternano con Cucina e Bagno, sono quest’anno Euroluce e Workplace3.0. Quest’ultima è dedicata all’ufficio e diffusa in tutta l’area fieristica, offre un autentico riscontro di come l’area di lavoro si sia trasformata in uno spazio aperto alla condivisione professionale e alla contaminazione con altre attività quotidiane. Poi ci sono 550 designer di scuole internazionali di design raccolti nel SaloneSatellite, che per questa edizione tratta il tema «Food as a Design Object». E non poteva naturalmente mancare l’omaggio a Leonardo da Vinci nel 500mo anniversario della sua scomparsa, genio creativo che a Milano ha lavorato come artista, architetto, ingegnere e scienziato per oltre vent’anni, lasciando segni indelebili. In Fiera c’è l’esposizione «De-Signo. La cultura del design italiano prima e dopo Leonardo e il suo rapporto con il design italiano contemporaneo». Curata da Davide Rampello, illustra il lascito di Leonardo alla cultura del progetto e del «saper fare». Poi c’è la Conca dell’Incoronata, unico resto del Naviglio della Martesana all’interno della cerchia delle mura spagnole di Milano che prende il nome dalla vicina Chiesa di Santa Maria Incoronata, di cui probabilmente Leonardo ha sovrainteso i lavori di costruzione oltre che progettato le celebri porte lignee. Questa sede ospita «Aqua», un’esperienza immersiva site specific ideata da Marco Balich per raccontare un piccolo frammento del Rinascimento e del futuro di Milano; sospesa tra Wunderkammer e tecnologie avanzate, permette di esperire in modo originale la bellezza dell’acqua (Conca dell’Incoronata, via San Marco, fino al 14 aprile, 10-22).
Tutti dentro il FuoriSalone
Nel 1990, per iniziativa della rivista «Interni», nasce il FuoriSalone, fenomeno urbano che conta per questa edizione 1.372 eventi e 17 percorsi (fino al 14 aprile, fuorisalone.it). Negli anni 2000 gli eventi crescono a tale misura che ci si organizza per distretti cittadini. A oggi sono undici: Tortona Design District, Isola Design District, 5 Vie Art + Design, Ventura Project, Lambrate Design District, Porta Venezia in Design, Milano Durini Design, Zona Sant’Ambrogio, Brera Design District, Porta Romana, Area Bovisa. «Interni» ha la capacità di identificare temi di attualità svolti da architetti e design molto noti che catalizzano il pubblico con installazioni di grande effetto, creando durante la Design Week veri e propri snodi attraverso cui passa il mondo intero (internimagazine.it). Il progetto Interni Human Spaces (interni-events.com) occupa i cortili e i loggiati dell’Università degli Studi (via Festa del Perdono 7, fino al 14 aprile 10-24; 15-18 aprile 10-22; il 19 aprile 10-18), l’Orto Botanico di Brera (via Fratelli Gabba 10, via Brera 28, fino al 14 aprile 10-23; 15-18 aprile 10-22; 19 aprile 10-18) e per la prima volta piazza Sempione con l’Arco della Pace e i Caselli daziari (Audi city lab presso Arco della Pace - Caselli daziari, piazza Sempione fino al 14 aprile 10-24). Più di trenta installazioni sitespecific collocano al centro l’essere umano e le sue esigenze per una nuova qualità di vita, in armonia con l’ambiente, prefigurando un futuro in cui la natura e il pianeta sono salvaguardati, le risorse risparmiate, l’intelligenza artificiale applicata per il bene comune e per il benessere personale. «La vita è più importante dell’architettura», ha affermato Oscar Niemeyer, con una frase che ha ispirato «Interni» per questa edizione.
La Triennale è filonaturale
Il design in senso lato ha una storia milanese lunga quasi un secolo, una vitalità sempre crescente così articolata e complessa che è diventato fenomeno di tale portata per cui è impossibile darne conto in maniera dettagliata, anche perché ogni istituzione, a sua volta, coniuga mille iniziative sotto il proprio nome. La Triennale di Milano è tra i pochi musei italiani ed esteri dedicati esclusivamente al design e alle arti applicate, custode di una collezione con oltre 1.600 tra i pezzi più iconici e rappresentativi del design italiano. Appuntamento ricco di storia è poi la XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (viale Alemagna 6, mar-dom 10,30-20,30, tel. 02/724341, triennale.org, fino all’1 settembre), che per questa edizione si pone un interrogativo urgente: come possiamo restituire alla sfera naturale quanto le è stato sottratto? La grande mostra curata da Paola Antonelli raccoglie ventidue partecipazioni internazionali con settanta personalità che affrontano il tema elaborando soluzioni inattese. Per esempio lo Sri Lanka propone un piccola serra ideata da una start up italiana già oggetto del desiderio dei grandi chef; l’anglosassone Thomas Thwaites, con tanto di protesi, si immedesima nella vita di un gregge sulle Alpi; l’australiana Patricia Piccinini presenta una scultura con due anziane scimmie bonobo avvinte in un viaggio nell’intimità universale. L’installazione sonora «The Great Animal Orchestra», realizzata da Bernie Krause, risolve anche esteticamente i rumori e i canti di mille diversi animali registrati dagli anni Sessanta a oggi, esortandoci a preservarne la bellezza. Fino all’1 settembre la Triennale propone inoltre la mostra «La Nazione delle Piante». Curata da Stefano Mancuso ci parla della più potente nazione della terra: l’85% delle piante (che permette al pianeta di esistere). Mentre noi animali ne rappresentiamo lo 0,03%. Essendo la nostra felicità legata alla loro esistenza, le piante, con le loro soluzioni originali, sono l’esempio da seguire per il futuro.

Gaetano Pesce, «Up 5 e 6», 1969, prodotto da B&B Italia (2000)