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Gli scatti di Fabio Barile e Domingo Milella riflettono il tempo. Attraverso il dialogo tra i due artisti la mostra intende avvicinare geologie mute e pietre parlanti ricercando un’archeologia comune
- Arianna Antoniutti
- 20 giugno 2022
- 00’minuti di lettura


«Dolostone outcrop in the Campo Imperatore plateau» (2015) di Fabio Barile
Fotografia e archeologia al Museo Nazionale Romano
Gli scatti di Fabio Barile e Domingo Milella riflettono il tempo. Attraverso il dialogo tra i due artisti la mostra intende avvicinare geologie mute e pietre parlanti ricercando un’archeologia comune
- Arianna Antoniutti
- 20 giugno 2022
- 00’minuti di lettura
Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliAl Museo Nazionale Romano diretto da Stéphane Verger prosegue, nella sede delle Terme di Diocleziano, il progetto «Archeologia e Fotografia», iniziato nell’ottobre 2021 con l’intento di porre in relazione il patrimonio archeologico del Museo con la fotografia contemporanea. Dal 22 giugno al 31 luglio saranno gli scatti di Fabio Barile (Barletta, 1980) e Domingo Milella (Bari, 1981), attraverso l’esposizione «Le forme del tempo», a intessere un dialogo tra passato e presente.
Il titolo della mostra, curata da Alessandro Dandini de Sylva, è mutuato dal libro «The Shape of Time» scritto dallo storico dell’arte George Kubler nel 1972. Come afferma il curatore, «le opere di Fabio Barile e Domingo Milella sono fotografie che riflettono il Tempo. Attraverso il dialogo tra i due artisti la mostra intende avvicinare geologie mute e pietre parlanti ricercando un’archeologia comune».
Tempo geologico e tempo storico sono i due versanti su cui si concentra la rispettiva ricerca fotografica dei due artisti: Barile lo fa attraverso un’indagine visiva dei processi naturali del paesaggio, Milella ricercando le tracce millenarie dell’uomo incise nel panorama naturale. L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione edita da Fondazione Malaspina che raccoglie un testo di Verger e una conversazione tra il curatore e i due fotografi.

«Dolostone outcrop in the Campo Imperatore plateau» (2015) di Fabio Barile