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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliCon «Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice» nel 2015 e ora con «Bologna dopo Morandi 1945-2015», a Palazzo Fava fino all’8 gennaio 2017, Genius Bononiae Musei nella città arriva a coprire oltre sette secoli di storia dell’arte italiana.
La mostra attuale, curata da Renato Barilli, mette insieme opere degli ultimi settant’anni. La precedente rassegna si chiudeva con alcuni dipinti di Morandi e oggi Barilli riapre con il medesimo pittore. Il percorso poi si sviluppa in dodici sezioni comprensive di 150 opere di una settantina di artisti, tutti nati o attivi nell’area bolognese.
Si parte dall’immediato dopoguerra con il post Cubismo di Sergio Romiti. Poi si giunge all’Informale e a Concetto Pozzati che non esita a spostarsi presto in ambito Pop. Si analizza poi la Scuola di Palazzo Bentivoglio con Vasco Bendini, Pierpaolo Calzolari, futuro poverista, e Luigi Ontani, che apre al postmodernismo e ai «Nuovi-nuovi» teorizzati negli anni Ottanta dallo stesso Barilli.
C’è anche un nucleo dedicati agli artisti del fumetto, a partire da Andrea Pazienza, insieme a foto di Nino Migliori e ai giovani videoartisti della Nuova Officina Bolognese.