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Nella mostra «Delete»: Hanns-Jörg Anders (1942), «Unrest in Northern Ireland (Londonderry)», 1969. Gelatin Silver Print, 26,5 x 38,7 cm. © Hanns-Jörg Anders – Red. Stern

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Nella mostra «Delete»: Hanns-Jörg Anders (1942), «Unrest in Northern Ireland (Londonderry)», 1969. Gelatin Silver Print, 26,5 x 38,7 cm. © Hanns-Jörg Anders – Red. Stern

Amburgo, una Triennale in salsa cibernetica

Il linguaggio informatico ispira i titoli delle mostre

Francesca Petretto

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320 artisti, 80 location, 90 eventi: si presenta particolarmente ricca la VII Triennale di Fotografia dal titolo «Breaking Point. Unlearning x rethinking x restarting» che da giugno (la lunga settimana inaugurale si estende dal 7 al 17)  settembre ravviverà la vita culturale amburghese, promettendo un successo di visitatori. 8 + 4 stanze urbane costituiscono la struttura portante di un racconto in salsa cibernetica che mutua i propri titoli dal linguaggio informatico.

I comandi base delle tastiere «enter», «space», «home», «shift», «control», «return», «delete» e «escape» titolano le otto diverse mostre tematiche. «Enter» è lo spazio in cui 15 artisti mettono in discussione le strutture sociali e gli abusi di potere del nostro tempo. Nella mostra «Space» si parla di spazi cittadini, di alienazione, anonimato e street-life servendosi del linguaggio della street-photography (da Diane Arbus ai giorni nostri).

«Home» racconta del sentirsi a casa, del fenomeno delle migrazioni, dei rifugiati, di disperazione e nostalgia. «Shift» è incentrata sulla sfida del cambiamento individuale, sull’azione del singolo nella società; «Control» sul racconto del potere politico ed economico e «Return» sulla riscoperta delle radici, dell’eredità e dell’insegnamento del passato (in seno a questa sezione l’attesa «Fotografia nella Repubblica di Weimar 1918-1933»).

Infine «Delete» su selezione e censura nella stampa ed «Escape» su cambiamenti climatici ed emergenze ecologiche. Quattro infine le monografiche: «Anton Corbijn.The Living and the Dead», «Joan Fontcuberta. Photography: Crisis of History», «Shirana Shahbazi» e «Recommended».

Nella mostra «Delete»: Hanns-Jörg Anders (1942), «Unrest in Northern Ireland (Londonderry)», 1969. Gelatin Silver Print, 26,5 x 38,7 cm. © Hanns-Jörg Anders – Red. Stern

Francesca Petretto, 08 giugno 2018 | © Riproduzione riservata

Amburgo, una Triennale in salsa cibernetica | Francesca Petretto

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