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l’astuccio della Divina Adoratrice Shepenupet II. RMN, Musée du Louvre, Hervé Lewandowski

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l’astuccio della Divina Adoratrice Shepenupet II. RMN, Musée du Louvre, Hervé Lewandowski

Adoratrici divine

Lo splendore delle figure delle sacerdotesse del dio Amon di Tebe nell'antico Egitto

Francesco Tiradritti

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«Al servizio degli dei in Egitto», aperta al Museo di Grenoble dal 25 ottobre al 27 gennaio, esplora un aspetto dell’antico Egitto che soltanto in anni recenti ha ricevuto l’attenzione degli studiosi. L’evento è incentrato sul clero del dio Amon di Tebe (Luxor) nella I metà del I millennio a.C., epoca dalla quale, fino a non molto tempo fa, si soleva fare iniziare la fine della civiltà faraonica.

Le più recenti ricerche stanno dimostrando che proprio in questo periodo l’Egitto raggiunse la vetta delle proprie acquisizioni intellettuali. Tebe si trovò al centro di questo processo di elaborazione culturale che si manifestò attraverso una vena arcaizzante degna di un vero e proprio Rinascimento. Il potere religioso era allora detenuto dalle Divine Adoratrici di Amon intorno alle quali si affollava una pletora di funzionari che lasciarono i propri ritratti idealizzati in statue di squisita fattura e si fecero inumare in splendidi monumenti decorati in modo raffinato.

La mostra parte proprio dalle figure di queste sacerdotesse per descrivere il mondo, colto e raffinato, in cui vissero. Lo splendore della loro epoca si ritrova nella raffinatezza e nella vivacità delle decorazioni. Ne sono esempi l’astuccio della Divina Adoratrice Shepenupet II e la statua del Dio Amon dedicata da Horudja. I due oggetti vengono dal Louvre, museo in partenariato con il quale la mostra è stata organizzata.

l’astuccio della Divina Adoratrice Shepenupet II. RMN, Musée du Louvre, Hervé Lewandowski

Francesco Tiradritti, 24 ottobre 2018 | © Riproduzione riservata

Adoratrici divine | Francesco Tiradritti

Adoratrici divine | Francesco Tiradritti