«Untitled» di Ali Al Jabiri (particolare)

Image

«Untitled» di Ali Al Jabiri (particolare)

Viaggio nell’arte contemporanea mediorientale: due proposte in Europa

Una mostra presso Baias Art a Brescia e una conferenza al Musée d’Art Moderne di Parigi

L’interesse nei confronti dell’arte moderna e contemporanea dei Paesi mediorientali è in costante crescita. Concorrono a definire questo trend, a livello economico, l’affermazione di fiere internazionali dedicate a questo settore non solo nei Paesi arabi, ma anche in Europa dove Menart Fair, ad esempio, volge alla quinta edizione (Parigi, 20-22 settembre). A livello prettamente culturale molte sono le mostre dedicate all’arte dei Paesi mediorientali presso musei e istituzioni pubbliche, ma anche fondazioni private come, tra le altre, la Barjeel Art Foundation, istituita nel 2010 da Sultan Sooud Al Qassemi e la cui collezione è parzialmente visitabile presso il Sharjah Art Museum.

Raccolte e mostre temporanee concorrono al pensiero critico, consentendo l’analisi tecnica, stilistica e cronologica di uno stile artistico che si va delineando con tratti sempre più peculiari, pur inserendosi in un contesto tanto internazionale, derivante anche dai prolungati soggiorni di studio di tanti artisti mediorientali in Europa e in Italia in primis, quanto locale, trovando spesso ispirazione nel solco della tradizione. In questo contesto segnaliamo oggi due iniziative che declinano lo stesso tema in due diverse realtà, in Italia, a Brescia, e in Francia, a Parigi.

Il 18 maggio a Brescia, Baias Arte inaugura la mostra «ColourEast. Itinerari nell’arte contemporanea mediorientale» (fino al 2 giugno), prima iniziativa in Italia di questo tipo dedicata esclusivamente ad artisti contemporanei provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. Con questa iniziativa Baias Arte, specializzata nello studio e commercializzazione di arte e antiquariato islamico e indiano, si prefigge di far conoscere il variegato mondo dell’arte islamica contemporanea, attraverso una selezione di opere da Iran, Iraq, Libano, Turchia, ed Egitto con incursioni nella produzione di artisti italiani che nelle loro opere si ispirano alla tradizione mediorientale. L’esposizione conta circa 60 opere, tra sculture, dipinti e fotografie, descritte nel catalogo a cura di Roberta Marin, assistant curator della Khalili Collection di Londra e docente della materia per istituzioni culturali internazionali, tra cui la Soas di Londra.

Con questo progetto Baias Arte intende rafforzare la propria posizione nel settore introducendo una nuova programmazione dedicata al mondo della produzione artistica contemporanea dei territori accomunati dalla religione musulmana. Si tratta della vasta area territoriale e culturale che la geopolitica identifica con il neologismo convenzionale e controverso di Greater Middle East, delineando un’interzona variegata e multipolare che si estende dal Nord Africa fino al Medio Oriente propriamente detto, includendo anche grandi nazioni ad essa periferiche, di cultura prevalentemente islamica, come Turchia, Afghanistan, Pakistan, i paesi dell’Asia Centrale, l’Indonesia e il Bangladesh.

«Stairs» (2010) di Kezban Arca Batibeki

L’Iran è rappresentato da molti artisti tra i quali emergono due famosi registi prestati all’arte figurativa: Abbas Kiarostami e Mania Akbari. La monografia di Saeed Kouros, un altro degli artisti in mostra, è recentemente stata pubblicata da Skira, mentre l’opera di Sadegh Tabrizi, collocabile nella produzione degli anni ’70 del maestro, è la più «antica» in mostra. Sempre iraniano è un altro promettente artista, Mahmoud Saleh Muhammadi che reinterpreta la tradizione tessile del suo Paese con suggestioni provenienti dall’Estremo Oriente.

L’ambito Mesopotamico compare, tra gli altri, con Ali Al Jabiri, iracheno di nascita e Italiano di adozione. Il Libano ha dato i natali a David Daoud, artista espressionista che vive in Francia. La Turchia progressista e femminista trova espressione nelle fotografie di Kezban Arca Batıbeki. L’Egitto è ricordato da Medhat Shafik, promettente artista della Youth Generation degli anni ’80 che ha vinto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1995. Il Qatar trova voce nell’opera di Mohammad Al Atiq. Presenti infine alcuni esponenti di un «orientalismo di ritorno», ovvero artisti italiani fortemente influenzati dalle trame e dal lessico di matrice islamica nella loro produzione.

Contemporaneamente, il Musée d’Art Moderne di Parigi, nell’ambito della mostra «Présences arabes, Art moderne et décolonisation, 1908-1988», giovedì 23 maggio ospiterà la conferenza dal titolo «Art en lutte et Apocalypse arabe». Come continuare a scrivere una storia dell’arte postcoloniale e delle traiettorie arabe a Parigi di fronte alle emergenze e alle crisi che artisti e pensatori devono affrontare? Questa la domanda sulla quale verterà l’intervento della relatrice, nonché autrice del catalogo della mostra, Jumana Al-Yasiri, esaminando l’attualità del poema L’Apocalypse arabe, pubblicato nel 1980 a Parigi dall’artista libanese Etel Adnan. L’incontro, che riunisce i protagonisti della mostra e del catalogo Présences arabes, esplorerà i modi in cui una mostra storica può essere «attuale» ed estesa al mondo contemporaneo.

Ilaria Bellucci, 17 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Viaggio nell’arte contemporanea mediorientale: due proposte in Europa | Ilaria Bellucci

Viaggio nell’arte contemporanea mediorientale: due proposte in Europa | Ilaria Bellucci