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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliDal Grand Tour che gli aristocratici europei intraprendevano nel XVIII secolo all’inimitabile resoconto che ne fece Goethe nel suo Viaggio in Italia (1816-17), le città italiane, con il loro ricco patrimonio culturale, non hanno mai smesso di esercitare un fascino intramontabile e di rappresentare la destinazione ideale di qualsiasi itinerario artistico culturale.
Con questo medesimo spirito di godimento formativo può essere visitata la mostra «Viaggio in Italia. Vedute di Napoli, Roma, Firenze, Venezia e Milano, XVII-XIX secolo», allestita nella Villa Vauban-Musée d’Arte della Città di Lussemburgo fino al 12 ottobre.
Attraverso una selezione di 46 opere dal Seicento all’Ottocento provenienti dalle ricche collezioni delle Gallerie d’Italia, i musei di Intesa Sanpaolo, la mostra compie infatti un ideale viaggio tra le regioni e le città più rappresentative del Bel Paese, scelte, in parte, proprio in base all’ubicazione dei quattro musei dell’Istituto bancario: Milano, Napoli, Torino e Vicenza.
Promossa dal Museo Civico della città di Lussemburgo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Art, Culture & Heritage e Gallerie d’Italia, in sinergia con Intesa Sanpaolo Luxembourg e Intesa Sanpaolo Wealth Management Luxembourg, la mostra prende ideale avvio da Napoli con dipinti e acquerelli raffiguranti l’iconica Baia del Golfo («Veduta del Golfo di Napoli dalle falde del Vesuvio», 1765-70 ca, di Antonio Joli), il pittoresco centro storico e le case romane di Pompei («Pompei», 1896, di Lord Mancini). Dopo un intermezzo nell’antichità, rappresentata da capricci del XVII e XVIII secolo di autori olandesi, francesi e italiani («Capriccio architettonico con predica di un apostolo», 1740-50, di Giovanni Paolo Pannini), il percorso espositivo si sposta a Roma con magnifiche vedute di piazze, chiese e fontane dipinte dall’olandese Gaspar van Wittel («Veduta di Piazza del Popolo a Roma», 1718 e «Veduta di piazza Navona a Roma» 1688-1721).

Gaspar Adriaenz van Wittel, «Veduta di piazza Navona a Roma», 1688-1721
La tappa successiva è Firenze, con l’architettura rinascimentale quale sfondo per una sensibilità paesaggistica che coniuga sapientemente natura, arte e cultura («Veduta dell’Arno a Firenze con ponte alle Grazie dalla Zecca Vecchia», 1764, di Thomas Patch e «Veduta di Firenze dal Monte alle Croci», 1844, di Giovanni Signorini).
Il viaggio prosegue a Venezia dove canali, chiese e palazzi si riflettono nelle acque della laguna, la cui immagine ha incantato generazioni di viaggiatori. Il vedutista veneziano per antonomasia, il Canaletto, è rappresentato in mostra da un’opera giovanile, «Capriccio con chiesa gotica e laguna» (1720-21 ca), mentre i «colleghi» Michele Marieschi e Francesco Guardi figurano, rispettivamente, con una tipica «Veduta del Canal Grande con le Rive del Vin e del Carbon» (1740 ca) e «Piazza San Marco verso San Geminiano» (1775-80 ca).
Prima di raggiungere Milano, centro storico economico e moderna metropoli industriale del XIX e dell’inizio del XX secolo, il percorso prevede brevi «escursioni» a Udine («Veduta di piazza Contarena a Udine», 1720 ca, di Luca Carlevarijs) e Verona («Veduta di Verona nei pressi del Ponte Navi», 1720 ca, di Luca Carlevarijs). Città caratterizzata dal contrasto tra il centro storico, sede del potere, e la metropoli industriale del XIX e XX secolo, il capoluogo lombardo è dunque rappresentato dal «ritratto» del suo edificio più noto («Veduta del complesso absidale del Duomo di Milano», 1830-35, di Luigi Bisi) e da un dipinto dell’estrema fase divisionista di Umberto Boccioni («Meriggio. Officine a Porta Romana», 1910).
L’onnipresente richiamo all’antichità è ulteriormente sottolineato in mostra dall’inserimento, nel percorso espositivo, di sculture di ispirazione romana («Psiche di Capua», 1930 ca, Fonderia artistica Chiurazzi) e da preziosi esemplari di vasi attici provenienti dalla Puglia («Cratere a colonnette a figure rosse con Amazzonomachia e Giovani lottatori», 400-380 a.C, del Pittore di Ariadne)
I 46 capolavori scelti tra le collezioni delle Gallerie d’Italia sono inoltre posti in dialogo con una selezione di dipinti e disegni di maestri olandesi, francesi e belgi appartenenti alla raccolta permanente dell’ospitante Villa Vauban, situata in un elegante edificio borghese del XIX secolo all’interno del parco comunale che custodisce le collezioni d’arte della città di Lussemburgo: oltre 100 dipinti (da Jan Brueghel il Giovane a Jacob va Ruisdael, da Canaletto a Delacroix, da Camille Corot a Gustave Courbet) e 14 sculture (Lorenzo Nencini) derivanti da tre importanti donazioni del XIX secolo, ossia quella del finanziere parigino Pescatore nel 1855, quella di Leo Lippmann, banchiere ad Amsterdam nel 1878, e quella di Eugénie Dutreux-Pescatore, erede di una famiglia di industriali lussemburghesi, nel 1903.

Una veduta della mostra «Viaggio in Italia. Vedute di Napoli, Roma, Firenze, Venezia e Milano, XVII-XIX secolo» nella Villa Vauban-Musée d’Arte della Città di Lussemburgo. Photo: Mikele Carlino