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Alla Limonaia del Belvedere di Vienna 150 opere raccontano il profondo impatto che la psicoanalisi ebbe sull’artista
- Flavia Foradini
- 26 gennaio 2022
- 00’minuti di lettura


«Cigni che riflettono elefanti» (1937) di Salvador Dalí. © Fundació Gala-Salvador Dalí
Tra le ossessioni di Dalí c’era anche Freud
Alla Limonaia del Belvedere di Vienna 150 opere raccontano il profondo impatto che la psicoanalisi ebbe sull’artista
- Flavia Foradini
- 26 gennaio 2022
- 00’minuti di lettura
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliÈ il 19 luglio 1938 quando alla porta di Sigmund Freud bussano lo scrittore Stefan Zweig, il poeta Edward James e Salvador Dalí. Il padre della psicoanalisi è riuscito poche settimane prima a fuggire da Vienna e a mettersi al riparo a Londra dalle angherie naziste. Ha accettato la proposta di Zweig di ricevere il 34enne pittore spagnolo tanto entusiasta delle sue teorie scientifiche, lette con passione all’inizio degli anni Venti. Il giovane Dalí, scrive Zweig a Freud per convincerlo, è «l’unico pittore geniale di quest’epoca... Credo che Lei dovrebbe vedere l’artista sul quale ha influito più di ogni altro e che io considero un privilegio conoscere».
L’incontro non è il successo personale che Dalí ha sperato, ma in seguito si dirà convinto di aver «costretto il patrono dell’inconscio a rivedere la sua visione dell’arte». Ed effettivamente, anche se il giorno della visita aveva definito il giovane spagnolo un «fanatico», Freud scriverà a Zweig di aver rivisto quantomeno la propria idea che «i surrealisti siano dei pazzi». Proprio il fecondo influsso di Freud su Dalí è al centro della mostra «Dalí-Freud. Un’ossessione», aperta alla Limonaia del Belvedere dal 28 gennaio al 29 maggio.
150 dipinti, sculture, fotografie, filmati e lettere raccontano il profondo impatto che la psicoanalisi ebbe sul grande surrealista: «Grazie alle sue letture di opere di Freud, Dalí trovò spiegazioni a molte delle sue fantasie, delle sue ossessioni, delle sue brame e delle sue paure che lo accompagnavano fin dall’infanzia», spiega il curatore Jaime Brihuega, che nel percorso espositivo dà spazio anche a incontri cruciali di Dalí con altri esponenti di spicco della sua epoca: in particolare Federico García Lorca, Luis Buñuel e l’istologo premio Nobel Santiago Ramón y Cajal.

«Cigni che riflettono elefanti» (1937) di Salvador Dalí. © Fundació Gala-Salvador Dalí