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Il Masi-Museo d’arte della Svizzera italiana, guarda il lago di Lugano da una posizione strategica, anche come crocevia culturale tra il nord e il sud delle Alpi. Nato nel 2015 dalla fusione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano, oltre alla collezione offre un ricco programma di mostre temporanee. La programmazione autunnale accosta due figure di riferimento della cultura artistica elvetica e internazionale: David Weiss e Richard Paul Lohse. Di due generazioni contigue anche se esteticamente lontane, entrambi hanno affrontato le dinamiche artistiche con grande energia e occhio personalissimo.
David Weiss (1946-2012) insieme con Peter Fischli ha formato il duo svizzero Fischli/ Weiss che per più di tre decenni si è mosso tra ironia e sincerità, commedia e rigore concettuale, vincendo il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2003. Nella mostra «David Weiss. Il sogno di Casa Aprile. Carona 1968-1978», a cura di Tobia Bezzola e Virginia Marano, in collaborazione con The Estate of David Weiss, gli occhi dell’artista diventano la guida che racconta l’esperienza unica e irripetibile di Carona, antico e pittoresco villaggio sulle pendici del Monte San Salvatore con una lunghissima tradizione di artisti. Dagli anni Venti del Novecento, Carona si affermò come rifugio per artisti e intellettuali quali Johannes R. Becher, Bertolt Brecht, Hans Richter e Ignazio Silone. La Casa Aprile, a Carona, fu acquistata da Meret Oppenheim e Burkhard Wenger nel 1969 e diventò uno snodo nevralgico di presenze artistiche. Tra loro il giovane David Weiss che, in cambio di ospitalità, contribuì a rendere Casa Aprile un vivace centro di produzione, attirando figure di rilievo come Urs Lüthi e altri (Anton Bruhin e Peter Schweri) che animarono il villaggio con idee e progetti innovativi. Weiss illumina e illustra la vitalità artistica di quel periodo con i media che saranno a lui più congeniali in futuro, facendo risuonare la sua voce attraverso disegni, acquerelli, fotografie, registrazioni sonore, video e pubblicazioni dell’epoca.
L’ampia retrospettiva «Richard Paul Lohse» riempie e illumina le ariose sale del Masi con una selezione di oltre cinquanta dipinti densi di colore che coprono i quattro decenni fondamentali della sua carriera, dagli anni Quaranta fino alla scomparsa. Artista, grafico e teorico, Lohse (Zurigo, 1902-88) è stato uno dei principali protagonisti del Modernismo elvetico; la sua lunga carriera inizia già nel 1918, come grafico e pittore. Negli anni Trenta viene considerato uno dei pionieri del graphic design svizzero. Fonda Allianz, un’associazione di artisti moderni svizzeri nel 1937, e nel 1944 con Max Bill è tra i fondatori del Konkrete kunst. Nel 1952 vince la Medaglia d’Oro della Triennale di Milano. Le grandi e rigorose tele esposte raccontano il percorso di Lohse e la sua sorprendente energia cromatica, che emana ancora oggi una vitalità e una freschezza atemporali. Il percorso espositivo ribadisce la centralità della figura di Lohse e l’importanza della sua produzione nel panorama artistico internazionale, mettendo in luce anche le contingenze storiche, le utopie sociali e la fede nella potenza espressiva del colore alla base del suo rigoroso metodo artistico. A cura di Tobia Bezzola e Taisse Grandi Venturi, la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Hatje Cantz in tre edizioni linguistiche separate.