Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

«Icosaedro» (2012) di Pietro Ruffo. Courtesy Fondazione MAXXI Foto M3Studio

Image

«Icosaedro» (2012) di Pietro Ruffo. Courtesy Fondazione MAXXI Foto M3Studio

MaXXIsbarco mediterraneo

Contemporanei in «crociera» a Beirut e Tunisi (nonostante Salvini)

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Continua l’apertura del MaXXI al Mediterraneo, secondo una linea fortemente sostenuta dal direttore artistico Hou Hanru. Dopo la trilogia di mostre su Iran contemporaneo, Istanbul e Beirut presentata nel museo romano tra il 2014 e il 2017, questa volta è la sempre più corposa collezione MaXXI ad andare in tournée prima in Libano, a Beirut, dal 29 giugno fino al 2 settembre al Villa Audi-Mosaic Museum, poi a Tunisi, a novembre al Museo Nazionale del Bardo.

In un clima italiano e mondiale che si fa sempre più pesante in tema di chiusura delle frontiere e sovranismi dilaganti, la mostra, all’opposto, si orienta verso lo scambio, l’apertura e la buona pratica della diplomazia culturale. «Classic reloaded. Mediterranea», a cura del direttore di MaXXI Arte Bartolomeo Pietromarchi, esplora e riflette sui nessi tra classicità e ricerca contemporanea attraverso venti opere di tredici importanti artisti italiani, in dialogo con gli straordinari mosaici d’epoca romana (ma di mano delle abilissime maestranze locali), conservati a Villa Audi e soprattutto al Bardo, luogo, nel 2015, di un sanguinoso attentato da parte dell’Isis.

In mostra le opere di alcune delle maggiori figure dell’arte italiana recente, a partire da Gino De Dominicis, di cui viene esposto un «Senza Titolo» del 1992 a foglia d’oro di sapore bizantino, e Luigi Ontani, con l’ironica rivisitazione a mosaico del mito della lupa capitolina di «Lapsus Lupus». Si passa quindi alle geometrie in rame dell’installazione «La stanza dei verticali» di Remo Salvatori, a «Nettuno, Cartagine» e «Il compagno di Ulisse» di Mimmo Jodice, ai tappeti cuciti dei «Fiori Persiani» di Flavio Favelli, all’«Icosaedro» di Pietro Ruffo, alle nove ceramiche smaltate di Salvatore Arancio, e ancora alle opere di Sabrina Mezzaqui, Luca Trevisani, Liliana Moro, Bruna Esposito, «Mother» di Maurizio Cattelan, oltre alla recentissima «Porta addormita» di Enzo Cucchi, con i suoi grappoli di teschi.

Il progetto è parte del programma culturale 2018 della Farnesina «Italia, Culture, Mediterraneo» ed è realizzato, a Beirut, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Libano, l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut e il Sursock Museum.

«Icosaedro» (2012) di Pietro Ruffo. Courtesy Fondazione MAXXI Foto M3Studio

Federico Castelli Gattinara, 27 giugno 2018 | © Riproduzione riservata

MaXXIsbarco mediterraneo | Federico Castelli Gattinara

MaXXIsbarco mediterraneo | Federico Castelli Gattinara