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«Daily Dense Dance Desiderio (DDDD)» (2021-22), di Riccardo Benassi (coproduzione di Fonds cantonal d'art contemporain, Genève e Centre d’Art Contemporain Genève per Mire program e Biennale de l’Image en Mouvement 2021 con il supporto di Fonds d’art contemporain de la Ville et du Canton de Genève). Cortesia dell’artista. Foto © Serge Fruehauf

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«Daily Dense Dance Desiderio (DDDD)» (2021-22), di Riccardo Benassi (coproduzione di Fonds cantonal d'art contemporain, Genève e Centre d’Art Contemporain Genève per Mire program e Biennale de l’Image en Mouvement 2021 con il supporto di Fonds d’art contemporain de la Ville et du Canton de Genève). Cortesia dell’artista. Foto © Serge Fruehauf

L’ipernostalgia di Benassi e l’intensità di Ng’ok

Alla Fondazione Ica il cremonese analizza i sentimenti vissuti dall’umanità durante la pandemia, la keniota focalizza l’attenzione sulle dinamiche di potere dei comportamenti umani

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

«Morestalgia»? Inutile cercare questa parola sui dizionari, perché è un neologismo coniato da Riccardo Benassi (artista visivo e compositore, nato a Cremona nel 1982, Benassi «vive e lavora a Cremona, Berlino e online»), per definire quella «nostalgia aumentata» che è propria della nostra era dominata da internet.

Un’ipernostalgia generata dal fatto che «la nostra mente è indotta a processare come vita vissuta gli eventi offerti dagli schermi dei dispositivi, estromettendo il corpo dalla possibilità di effettuare cicli di ispezione sensoriale: un viaggio di ritorno in totale assenza di un viaggio di andata», come dichiarava a Riccardo Venturi nel 2019, l’anno in cui l’installazione che porta questo nome veniva presentata per la prima volta, a Ginevra.

Quell’opera (uno schermo led attraversabile dal corpo umano) è ora il nucleo della mostra curata da Alberto Salvadori per la Fondazione Ica, da lui diretta, dov’è visibile fino al 18 marzo. Al centro del progetto sono i sentimenti vissuti dall’umanità nel corso della pandemia, in una narrazione liquida alimentata da una scelta di opere presentate per la prima volta in Italia. Salendo al primo piano si penetra nel mondo dell’artista keniota Chemutai Ng’ok (Nairobi, 1989), pittrice di grande forza e intensità che presenta dieci dipinti realizzati appositamente per questa personale curata da Chiara Nuzzi, intitolata «An impression that may possibly last forever».

Con i dipinti sono esposti 15 disegni in cui si rilegge il suo percorso d’artista, caratterizzato dall’attenzione alle dinamiche di potere che condizionano i comportamenti umani. Contemporaneamente alle due personali, Ica ha avviato il nuovo programma di membership, per chi desideri sostenere e partecipare alle attività della Fondazione.

«Daily Dense Dance Desiderio (DDDD)» (2021-22), di Riccardo Benassi (coproduzione di Fonds cantonal d'art contemporain, Genève e Centre d’Art Contemporain Genève per Mire program e Biennale de l’Image en Mouvement 2021 con il supporto di Fonds d’art contemporain de la Ville et du Canton de Genève). Cortesia dell’artista. Foto © Serge Fruehauf

Ada Masoero, 22 febbraio 2023 | © Riproduzione riservata

L’ipernostalgia di Benassi e l’intensità di Ng’ok | Ada Masoero

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