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«Falce e martello, prova della bandiera» (1973) di Enzo Mari. Foto di Aldo Ballo. Cortesia di Galleria Milano, Milano

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«Falce e martello, prova della bandiera» (1973) di Enzo Mari. Foto di Aldo Ballo. Cortesia di Galleria Milano, Milano

L'impegno politico di Enzo Mari

Doppio omaggio (in Triennale e in galleria) per 60 anni di design e militanza del designer

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Dal 17 ottobre al 18 aprile prossimo la Triennale rende omaggio al lavoro e al pensiero di Enzo Mari, progettista, artista, critico, teorico, protagonista del dibattito culturale degli ultimi 60 anni. E militante politico, come ci ricorda la Galleria Milano con la mostra «Enzo Mari. Falce e martello». Alle soglie dei 90 anni (è nato a Cerano, Novara, nel 1932, vive da sempre a Milano), famoso nel mondo, Mari torna dunque protagonista nella sua città.

La retrospettiva di Triennale «Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist» (suo amico e interlocutore da lungo tempo), racconta oltre 60 anni della sua attività, dall’arte al design, dall’architettura alla filosofia, dalla didattica alla grafica. Si articola in tre sezioni, cui si aggiunge una serie di sue videointerviste realizzate da Obrist. La prima sezione, storica (curata da Francesca Giacomelli) si apre con un riallestimento della mostra «Enzo Mari. L’arte del design», curata da lui stesso nel 2008 per la Gam di Torino e prosegue esponendo cronologicamente 250 suoi lavori (dipinti, sculture, disegni, oggetti) senza distinzione alcuna, per rendere manifesta l’attitudine alla libertà espressiva di Mari.

Nella sezione successiva vanno in scena contributi e interventi di famosi artisti e progettisti (Virgil Abloh, Adelita Husni-Bey, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija, Danh Vō e Nanda Vigo, nel frattempo scomparsa), invitati a rendere omaggio a Mari (che ha donato al CASVA il suo archivio, purché per 40 anni nessuno possa accedervi) con installazioni site specific commissionate per la mostra. Da ultimo, sfilano 19 Piattaforme di ricerca ideate per Triennale, in cui si approfondiscono altrettanti progetti centrali nel suo lavoro.

La Galleria Milano presenta invece fino al 16 gennaio «Enzo Mari. Falce e martello», riproduzione filologica della mostra «Falce e martello. Tre dei modi con cui un artista può contribuire alla lotta di classe», con la quale nell’aprile 1973 Carla Pellegrini, l’influente gallerista scomparsa un anno fa, inaugurava (con grande clamore) la nuova sede in via Turati/via Manin, dove tuttora la galleria si trova. Mari riprogettò allora in una forma «esteticamente elevata» quel simbolo globale, concludendo però che «il valore formale non incide sul messaggio veicolato».

La mostra attuale è accompagnata da un volume di Humboldt books, a cura di Nicola Pellegrini, con testi di Bianca Trevisan e Riccardo Venturi, che riproduce in anastatica il catalogo del 1973, con una ricca selezione di materiali d’archivio che restituiscono il clima incandescente dell’epoca.

«Falce e martello, prova della bandiera» (1973) di Enzo Mari. Foto di Aldo Ballo. Cortesia di Galleria Milano, Milano

Enzo Mari

Ada Masoero, 16 ottobre 2020 | © Riproduzione riservata

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