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Davide Landoni
Leggi i suoi articoliLe sale e la corte del settecentesco Palazzo Chigi Zondadari di Siena diventano teatro della prima personale italiana di Bianca Bondi (Johannesburg, 1986), artista italo-sudafricana attualmente borsista presso Villa Medici a Roma (2024-2025) e nominata per il Prix Marcel Duchamp 2025. «Earth, Coral, Clouds», ispirata al saggio di Timothy Morton «Dark Ecology», si compone di una serie di interventi site-specific che esplorano i temi della trasformazione, della memoria e del tempo attraverso processi di cristallizzazione, ossidazione e mutamento chimico. L'obiettivo è confrontarsi con la ciclicità del mondo naturale e le scomode verità della nostra esistenza ecologica.
«Per la mostra Earth, Coral, Clouds – spiegano le curatrici Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone – Bianca Bondi, con le sue opere, si insinua negli spazi di Palazzo Chigi Zondadari entrando in dialogo simbiotico con l’iconografia allegorica dei soffitti e delle pareti del Palazzo settecentesco. La natura è al centro della pratica dell’artista che, con materiali come sabbia, sale, muschio e fiori, dà vita a installazioni capaci di trasformarsi nel tempo, sfidando l’immutabilità dello spazio circostante. Il lavoro di Bondi si distingue per un approccio radicale ai materiali impiegati che mutano attraverso antichi processi alchemici, realizzando opere dove si incontrano saperi ancestrali e nuovi rituali. L’artista riflette sulla ciclicità dell’esistenza umana e sulle urgenze del presente: dalla perdita di senso collettivo alla fragile relazione con il nostro ecosistema».
Tra i lavori esposti spicca, nella corte, «Procession for the lost and found» (2025). Una composizione di fiori e crocifissi bruciati, elegia del contrasto, delicata e cruda al tempo stesso, schietta declinazione del fragile equilibrio che lega distruzione e rinascita. Altrettanto impattante grande vasca di acqua salata turchese, «The Nymphaeum» (2025), che riflette e distorce la luce che scende nel salone da ballo richiamando la relazione ancestrale tra acqua, rito e trasformazione. L'ambiente acquatico e salino si diffonde anche nella sala da pranzo, dove due arazzi della serie «Lorelei» (2024), i quali raffigurano superfici fluttuanti attraverso manipolazioni fotografiche di anfore di rame immerse nell’acqua. Sotto di loro, un tavolo da banchetto - «What grows after us» (2025) - appare sopraffatto dal tempo, dove merletti e minerali si fondono in una reliquia sospesa tra passato e futuro.
E di nuovo il mare a galleggiare tra le stanze del Palazzo, con le vetrine della serie «Bloom» che, ispirandosi alla vita del crostaceo Megabalanus tintinnabulum, riflettono sul concetto di staticità e sedimentazione della memoria. I materiali organici ricoprono oggetti di epoche passate, che, attraverso processi di cristallizzazione, assumono forme nuove in continua evoluzione. Filone tematico che prosegue con i «Cabinet» (2024-2025): elementi che rievocano le cassette di medicinali novecentesche, contenitori di frammenti di natura cristallizzati come conchiglie, sali e muschio che trasformano questi armadietti in reliquie sospese tra cura e dissoluzione.

Bianca Bondi, Earth Coral Clouds, Palazzo Chigi Zondadari © Photo ElaBialkowska OKNOstudio

Bianca Bondi, Earth Coral Clouds, Palazzo Chigi Zondadari © Photo ElaBialkowska OKNOstudio

Bianca Bondi, Earth Coral Clouds, Palazzo Chigi Zondadari © Photo ElaBialkowska OKNOstudio