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Dettaglio di «Senza titolo (Untitled)», 1957 di Piero Manzoni

Photo: Jon Etter

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Dettaglio di «Senza titolo (Untitled)», 1957 di Piero Manzoni

Photo: Jon Etter

Le prime opere di Piero Manzoni da Hauser & Wirth a Basilea

La bella cittadina sul Reno ospita la prima mostra dedicata agli esordi dell’artista in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni di Milano  

 

   

Quali opere hanno preceduto i capolavori con cui Piero Manzoni ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte? La risposta a questa domanda è a Basilea, nel primo progetto espositivo che raccoglie una selezione delle prime opere dell’artista, mai esposte insieme in precedenza. La mostra «“L’invincibile Jean” and Early Works 1956 – 1957» (dal 27 novembre 2025 al 14 febbraio 2026) è un'occasione unica per esplorare la fase formativa della pratica artistica di Manzoni, in cui si possono osservare le basi - talvolta inattese - su cui si è fondata la sua produzione artistica successiva, compresa la sua celebre serie di «Achromes» bianchi. In concomitanza con questa mostra, la Fondazione Piero Manzoni, in collaborazione Hauser & Wirth, pubblica una monografia dedicata a questa fase iniziale e formativa della pratica artistica di Manzoni. Ne abbiamo parlato con Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni di Milano e curatrice della mostra. 

Rosalia Pasqualino di Marineo su una copia della «Base magica» alla mostra «Piero Manzoni: Total Space», presso Magazzino Italian Art, Cold Spring (fino al 23 marzo 2026)

Dal 2017 la Fondazione Piero Manzoni è rappresentata, a livello mondiale, da Hauser & Wirth. Come è nata questa collaborazione?  
Nel 2016 un amico italiano che vive a New York, Cristiano Cairati, ci ha messo in contatto con Marc Payot - co-presidente di Hauser & Wirth assieme ad Iwan e Manuela Wirth. Ci siamo incontrati ed è subito nata l’idea di una fruttuosa collaborazione. Tutti i progetti fino ad oggi realizzati insieme sono di carattere scientifico: i due più importanti credo siano le mostre del 2019 «Materials of histime e Lines»: di livello museale, con più di 100 opere esposte e un allestimento curatissimo, accompagnate da due cataloghi con numerosi saggi, raccolti in un unico cofanetto. In questa occasione sono stati anche costruiti i due ambienti che Manzoni immagina nel 1961, una stanza pelosa e una fosforescente, recentemente donate a Magazzino Italian Art di Cold Spring. Ricordo anche il libro Piero Manzoni. Writings on Art, sempre del 2019, curato da Gaspare Luigi Marcone, che mette a disposizione tutti i testi sull’arte pubblicati dall’artista ad una platea internazionale, confezionati in volume di pregio

Nella mostra a Basilea si può ammirare una selezione di alcune tra le prime opere di Manzoni, accomunate in particolare dalla ricerca sulla materia. Quali aspetti della successiva produzione dell'artista si possono notare in maniera preponderante in questi primi lavori?  
Già in questi primissimi anni, se pur dipingendo con materiali pittorici classici, Manzoni si distingue per un utilizzo non tradizionale degli stessi; ad esempio, su di un supporto leggero come la carta non stende solo la tempera ma anche lo smalto, come si può vedere nei cosiddetti «marziani»; oppure dopo aver sperimentato il bitume, anch’esso in uso per dipingere, non si accontenta e passa al vero e proprio catrame, molto spesso e denso. Questa libertà e ricerca innovativa, credo siano elementi che troviamo poi nell’artista maturo degli anni successivi. Inoltre, in questi primi due anni pubblica molti testi ufficiali e manifesti, costruendo una base teorica e filosofica al lavoro pratico, come poi continuerà a fare fino alla fine.

 

Piero Manzoni, «Senza titolo (Untitled)»1957. Photo: Jon Etter

Piero Manzoni, «Senza titolo (Untitled)», 1956. Photo: Jon Etter

Le opere in mostre sono riunite per la prima volta. Qual è la loro provenienza? 
È la prima volta che un progetto si concentra su questi primi anni; le opere provengono tutte da collezioni private, a parte un paio di proprietà della Fondazione Piero Manzoni. Siamo lieti di avere spesso il supporto dei collezionisti, i quali riconoscono valido il lavoro della Fondazione Manzoni e di Hauser & Wirth e dunque prestano le opere per i progetti che proponiamo loro, cosa non sempre scontata. Molte delle opere esposte sono state per molti anni di proprietà di amici di Manzoni: ad esempio «Domani chi sa», che apparteneva al compagno di viaggi Bruno Galvani; o tre quadri che sono stati di proprietà del poeta e artista Nanni Balestrini.

Può indicarci alcune opere in mostra a cui prestare particolare attenzione per la loro peculiarità? 
Alcune opere presenti in questa mostra hanno storie particolarmente interessanti: «L’invincibile Jean», ad esempio, era di proprietà di Pino Pomè, ex pugile, proprietario della trattoria L’Oca d’Oro, uno dei locali molto frequentati dagli artisti, dove si sono conosciuti Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Pomè negli anni aveva collezionato diverse opere di Manzoni, ereditate poi dal figlio e infine dal nipote. Un’altra bellissima storia è quella di «Arrivano cantando»: ad Albisola, il 1 agosto 1957, Tullio d’Albisola con Lucio Fontana accompagna la nipote Esa Mazzotti con il marito Rinaldo Rossello all’inaugurazione della mostra collettiva presso la Trattoria La Lalla. La giovane coppia acquista l’opera, per il titolo allegro ma anche perché vi sono raffigurati tre marzianini ed Esa aspetta un bambino. Giovanni nasce infatti poco dopo, il 10 agosto, e Piero per congratularsi, regala loro un altro piccolo quadretto. «Arrivano cantando» è stato esposto l’ultima volta nel 1971. In mostra c’è anche un altro regalo di Manzoni; un catrame, inedito fino a qualche anno fa e mai esposto, donato dall’artista al barista del ristorante Don Lisander di Milano, con cui bevendo, faceva due chiacchiere.

Quali progetti futuri sono in cantiere in collaborazione tra Fondazione Piero Manzoni e Hauser & Wirth? 
Da anni la Fondazione lavora ad un catalogo generale e definitivo solo on line delle opere dell’artista, sostenuto da Hauser & Wirth. Come spesso i progetti di questo tipo, ha richiesto più tempo del previsto, anche perché intervallato da molte altre attività.

Silvia Conta, 03 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Le prime opere di Piero Manzoni da Hauser & Wirth a Basilea | Silvia Conta

Le prime opere di Piero Manzoni da Hauser & Wirth a Basilea | Silvia Conta