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Una veduta dell’installazione «Cappella della Liberazione» di Jonathas de Andrade nella window gallery su via della Conciliazione a Roma

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Una veduta dell’installazione «Cappella della Liberazione» di Jonathas de Andrade nella window gallery su via della Conciliazione a Roma

Le opere di Jonathas de Andrade chiudono Conciliazione 5 e aprono il Macro di Roma

Con la «Cappella della Liberazione» dell’artista brasiliano si conclude il primo ciclo di mostre, in attesa di nuovi progetti per la window gallery sulla via maestra verso la Basilica di San Pietro

Letizia Riccio

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Il primo ciclo delle mostre di Conciliazione 5 termina con l’installazione «Cappella della Liberazione» dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade, ma il suo percorso non si ferma. La window gallery su via della Conciliazione, concepita per il Giubileo dal prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, José Tolentino de Mendonça, inaugura l’ultimo appuntamento (aperto e visibile 24 ore al giorno, fino al 22 febbraio 2025), ma il percorso dello spazio proseguirà con una nuova stagione espositiva. E anche lo sguardo del Cardinale è proiettato sul futuro, ovvero su uno dei concetti-chiave del Giubileo, la speranza, come spiega nel corso della presentazione dell’opera di De Andrade: «La speranza non è solo individuale o interiore, ma anche sociale. E l’arte è un’alleata non solo per esplorare i confini del mistero, ma anche per toccare le ferite del presente». Contestualmente alla «Cappella della Liberazione», esposta sulla strada maestra per la Basilica di San Pietro, Jonathas de Andrade (Maceió, Alagoas, Brasile, 1982) presenta un’altra opera, «Sorelle senza nome», un corto di circa venti minuti prodotto con il sostegno di Fondazione In Between Art Film di Beatrice Bulgari, sulla vicenda di un gruppo di suore brasiliane traferitesi a Roma perché minacciate dal regime militare del loro Paese; fra loro, la lucchese Linda Bimbi, che, rientrata in Italia, collaborò con il deputato Lelio Basso (Varazze, 1903-Roma, 1978) alla creazione del Tribunale Russell II sui crimini commessi in America Latina. E al materiale d’archivio della Fondazione Lelio e Lisli Basso (oltre che a giornali d’epoca raccolti dai suoi familiari) ha attinto De Andrade per ricostruire la teologia della liberazione attraverso le sue opere. Il corto «Sorelle senza nome» viene proiettato a partire dall’11 dicembre al 6 aprile 2026 in una delle sale del Macro, appena reinaugurato con un nuovo programma.

La direttrice del Museo di arte contemporanea di Roma e curatrice di Conciliazione 5, Cristiana Perrella, si commuove fino a dover smetter di parlare mentre ricorda, durante la presentazione dell’ultima tappa, il percorso della rassegna giubilare: «Come curatrice, non mi è mai capitato di percepire una fiducia così grande nell’arte da parte delle persone che hanno partecipato al progetto, quest’anno di curatela è stato entusiasmante. Sono felice del lavoro portato a termine da Jonathas: la cura e l’attenzione agli ultimi sono temi per i quali è facile scivolare nella retorica, ma lui è stato molto bravo a non farlo. Nell’incontro con le Sorelle ha trovato la chiave giusta, mentre l’installazione porta l’eco del pedagogista brasiliano Paulo Freire, che usava le immagini e le parole per arrivare a tutti». L’autore delle opere, Jonathas de Andrade, racconta il primo incontro con il Cardinale Tolentino, circostanza in cui fece anche ingresso nel Vaticano per la prima volta: «Ero uno dei duecento artisti invitati a San Pietro da papa Francesco e scoprii con un certo stupore che il Cardinale Tolentino seguiva il mio lavoro. Con lui ho anche approfondito la conoscenza della teologia della liberazione. Dopo aver realizzato queste opere, penso sia bellissimo contribuire come cittadino e come essere umano a diffondere emozioni e la speranza di cui parla il Giubileo, nonostante le sfide del mondo di oggi».

Da sinistra, il cardinale José Tolentino de Mendonça, Cristiana Perrella e Jonathas de Andrade

Letizia Riccio, 11 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Le opere di Jonathas de Andrade chiudono Conciliazione 5 e aprono il Macro di Roma | Letizia Riccio

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