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Studio Trisorio omaggia l’artista tedesca scomparsa lo scorso anno esponendone i disegni, attraverso i quali è riuscita a sviluppare una relazione tra mondo interiore e mondo esteriore
- Olga Scotto di Vettimo
- 20 maggio 2025
- 00’minuti di lettura


Rebecca Horn, «Herzlandschaft», 2013 (particolare)
© KarinWeyrich Atelier RH
Le carte emotive di Rebecca Horn
Studio Trisorio omaggia l’artista tedesca scomparsa lo scorso anno esponendone i disegni, attraverso i quali è riuscita a sviluppare una relazione tra mondo interiore e mondo esteriore
- Olga Scotto di Vettimo
- 20 maggio 2025
- 00’minuti di lettura
Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliDal 23 maggio al 15 settembre lo Studio Trisorio omaggia Rebecca Horn (Michelstadt 1944-Bad König 2024), artista che la galleria napoletana rappresenta in Italia dal 2003, con la personale «Bodylandscape», esponendo opere su carta, tra cui tre disegni dalla serie «Bodylandscape». Quest’ultimi, veri e propri atti performativi a cui Horn si dedica dal 2003, corrispondono, per dimensioni, alla massima estensione del corpo dell’artista stessa. Con essi Horn non solo propone un’indagine sui limiti del corpo, ma sviluppa anche una relazione tra mondo interiore e mondo esteriore, lasciando che il segno diventi il tramite attraverso cui tracciare sulla carta le vibrazioni del cosmo, assieme al movimento fisico, emotivo e psichico dell’artista. Queste opere sono, dunque, anche espressioni di impeto emotivo e passionale che «caratterizzano l’opera di Horn e, seppur con un diverso medium espressivo, sono in linea con le sue performance degli anni Settanta incentrate sul corpo», dichiara il testo di accompagnamento.
L’esposizione a Napoli si svolge contemporaneamente alla mostra al Castello di Rivoli («Rebecca Horn-Cutting Through the Past», fino al 21 settembre, a cura di Marcella Beccaria), prima retrospettiva che un’istituzione pubblica museale italiana dedica all’artista scomparsa lo scorso anno, a ottant’anni. Durante la sua lunga carriera artistica, Horn ha sperimentato diversi media, performance, disegno, scultura, installazione e film, riflettendo sullo spazio del corpo, su quello delle relazioni e delle interazioni. Del suo rapporto con Napoli resta indimenticata l’installazione a Piazza del Plebiscito «Spiriti di madreperla», nel dicembre 2002, dedicata alle «anime pezzentelle», i teschi custoditi al Cimitero delle Fontanelle alla Sanità e a cui si rivolgeva il popolo napoletano, sperando in propizie intercessioni. Le 333 «capuzzelle» da lei realizzate in ghisa costruivano un ponte tra l’antico culto della tradizione e quanto accaduto alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001.