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Giusi Diana
Leggi i suoi articoliInaugura il 24 maggio al Convento del Carmine di Marsala (Trapani) «Piero Guccione-Leonardo Sciascia. Cronaca pittorica di una amicizia» (fino al 19 ottobre), una mostra curata da Sergio Troisi e prodotta dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea «Città di Marsala», da un’idea dell’Archivio Piero Guccione.
La mostra dal rigoroso taglio storiografico ricostruisce attraverso dipinti, fotografie e carteggi il sincero e affettuoso rapporto di amicizia e affinità intellettuale che per vent’anni aveva legato i due siciliani dal comune temperamento. Lo scrittore di Racalmuto e il pittore di Scicli, del quale quest’anno ricorre il 90mo anniversario della nascita (1935-2018), avevano preso a frequentarsi grazie al fotografo ragusano Giuseppe Leone, scomparso nel 2024. Fu proprio Sciascia a scrivere il testo in catalogo per la mostra «Guccione-Leone» alla galleria La Tavolozza di Palermo agli inizi degli anni Ottanta. Il paesaggio ibleo tanto amato da entrambi è al centro di alcuni pastelli, tra cui il sorprendente «Geometria e infelicità delle pietre» del 1983, in cui il paesaggio si fa cosa mentale. Questa Sicilia petrosa e desertica era già presente in alcune opere della metà degli anni Settanta, come nei bellissimi oli della serie «L’ombra e le linee della terra», anch’essi presenti a Palermo e ora esposti a Marsala, insieme alle vertiginose fotografie di Leone.
Nel testo introduttivo di Sciascia intitolato «Quel che la pittura non è e quel che non è la fotografia», lo scrittore osservava: «(…) Simile lo stato d’animo: di chi vi è nato, di chi lo vive. Ma le pitture di Guccione non sembrano fotografie, né le fotografie di Leone sembrano pitture (...)», ponendosi oltre il luogo comune riferito ai due linguaggi artistici. La mostra indaga il rapporto tra il pittore e lo scrittore a partire dai testi critici di Sciascia scritti in occasione di mostre e pubblicazioni di Guccione negli anni Settanta e Ottanta. La prima collaborazione tra i due è per la mostra personale nel dicembre del 1973 alla Galleria Centro d’Arte 74 di Palermo; segue il testo di Sciascia per «Diario parigino» che accompagna i disegni eseguiti nel 1978 a Parigi e infine l’introduzione alla serie di dodici pastelli che illustravano l’edizione americana di Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La mostra e il catalogo Kalòs edizioni seguono l’andamento di queste collaborazioni, in cui emerge lo Sciascia meno noto, il critico d’arte (si era occupato di Alberto Savinio, Mino Maccari, Tono Zancanaro, Fabrizio Clerici, Bruno Caruso, Aldo e Mario Pecoraino, Renato Guttuso, Ferdinando Scianna e Robert Capa).
Sono circa 50 le opere di Guccione esposte, tra oli, pastelli e disegni, provenienti da collezioni private italiane, insieme a una dozzina di lettere autografe.
L’interessante carteggio consente di scoprire le frequentazioni, le visite e i rispettivi doni di opere e libri, oltre che la temperie culturale e politica di quegli anni, vissuta soprattutto da Sciascia in prima linea, da consigliere comunale prima a Palermo e da deputato poi a Roma.

Piero Guccione, «Ombre di settembre sugli Iblei pastello», 1983