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Pezzi raramente o mai esposti fuori dai confini del Paese asiatico danno vita alla prima mostra. All’Institut du Monde Arabe la produzione artigianale uzbeka di fine Otto-primo Novecento
- Luana De Micco
- 21 novembre 2022
- 00’minuti di lettura


Testa di principe, Dalverzin Tepe (Bactriana), Tashkent, Istituto di Belle Arti. © Art and Culture Development Fondation, Republic of Uzbekistan. Foto Andrey Arakelyan
L’arte dell’Uzbekistan invade il Louvre e l’Ima
Pezzi raramente o mai esposti fuori dai confini del Paese asiatico danno vita alla prima mostra. All’Institut du Monde Arabe la produzione artigianale uzbeka di fine Otto-primo Novecento
- Luana De Micco
- 21 novembre 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliSamarcanda e l’Uzbekistan sono al centro di due mostre in Francia, nate in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo artistico e culturale della Repubblica dell’Uzbekistan (Fdac), che promuove la cultura uzbeka all’estero (quest’anno il Paese ha partecipato per la prima volta alla Biennale di Venezia). Opere delle collezioni uzbeke, raramente o mai esposte all’estero e recentemente restaurate, sono presentate al Louvre nella mostra «Splendori delle oasi dell’Uzbekistan» (23 novembre-6 marzo).
In un percorso storico-cronologico, attraverso 16 secoli di storia lungo la Via della Seta, sono riunite 180 opere, tra cui i monumentali affreschi del Palazzo degli ambasciatori di Samarcanda (VII-VIII secolo d.C.), in arrivo dal Museo Afrasiab (l’antico nome della città di Samarcanda), e quelli delle residenze signorili di Varahša, nei pressi di Bukhara (VIII secolo d.C.), in prestito dal Museo di Belle Arti di Tashkent, capitale dell’Uzbekistan.
Tra gli altri oggetti rari presenti a Parigi, due fogli di una delle più antiche copie del Corano proveniente da Katta Langar nella regione della Sogdiana, della metà dell’VIII secolo d.C., conservati presso l’Istituto di studi Islamici dell’Uzbekistan, e il portale del Tamerlano (in persiano «Gur-e Amir»), appartenente al mausoleo del conquistatore mongolo Timur (conosciuto in Europa col nome di Tamerlano), in stile azero, del XIV secolo d.C., conservato nel Museo di storia e archeologia di Samarcanda. Dall’Uzbekistan giungono anche statuette, terrecotte, vasi, bassorilievi, gioielli. Il Louvre ha arricchito il percorso con prestiti di istituzioni francesi, tra cui il manoscritto miniato del Libro delle Meraviglie (1410-12), conservato nella Bibliothèque nationale de France.
Contemporaneamente dal 23 novembre al 4 giugno, l’Institut du monde arabe ospita «Sulle strade di Samarcanda», con 300 opere, anch’esse prestate dai musei uzbeki, mostra incentrata sulla ricchezza della produzione artigianale dell’Uzbekistan della fine del XIX-primo XX secolo, fondata su tecniche ancestrali. Sono esposti tra l’altro sontuosi mantelli cerimoniali, i chapan, di seta intrecciata, e i suzani, tendaggi decorativi realizzati con il tipico ricamo islamico.

Testa di principe, Dalverzin Tepe (Bactriana), Tashkent, Istituto di Belle Arti. © Art and Culture Development Fondation, Republic of Uzbekistan. Foto Andrey Arakelyan