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«This is My House» (1997) di David LaChapelle. ©David LaChapelle, cortesia di Fotografiska New York

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«This is My House» (1997) di David LaChapelle. ©David LaChapelle, cortesia di Fotografiska New York

La più vasta retrospettiva di LaChapelle

A Fotografiska New York oltre 150 scatti del fotografo statunitense, di cui alcuni mai esposti prima, occupano i sei piani della Church Missions House

Gilda Bruno

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Fotografiska New York ospita fino al 9 gennaio «Make Believe», la prima personale newyorkese di David LaChapelle (Fairfield, 1963). Con oltre 150 scatti, il centro per la fotografia contemporanea inaugurato nel 2019 dai fratelli svedesi Per e Jan Broman si aggiudica il primato per la più vasta retrospettiva mai dedicata al fotografo e regista statunitense.

Ad adornare i sei piani della Church Missions House, ex chiesa eretta nel cuore di Manhattan nel 1892, anche molte opere mai esposte prima, tra cui «Vox Populi» (1995-2021): un collage con alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia di questi ultimi decenni, da David Bowie a Tupac Shakur.

Attraverso un dialogo tra religione, ambiente, identità di genere, ideali di bellezza impressi nell’immaginario collettivo e il concetto di celebrità, la mostra giustappone alcuni scatti più suggestivi di LaChapelle (dalle collaborazioni con Warhol, Madonna e Travis Scott alle campagne pubblicitarie con Naomi Campbell e Alexander McQueen) a lavori più datati.

Tra le opere salienti, la sua documentazione sui membri della comunità affetta da Hiv agli albori degli anni Ottanta, da lui fotografati come santi, martiri o angeli, e «Deluge» (2006), un trittico ispirato al «Diluvio Universale» di Michelangelo.

«This is My House» (1997) di David LaChapelle. ©David LaChapelle, cortesia di Fotografiska New York

Gilda Bruno, 07 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

La più vasta retrospettiva di LaChapelle | Gilda Bruno

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