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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliCurato da Nicola Ricciardi, il progetto riunisce due pratiche artistiche che si sviluppano a stretto contatto con l’ambiente naturale, ponendo l’accento su un rapporto quotidiano e non mediato con il paesaggio, gli animali e i cicli biologici.
Chiara Brambilla, nata a Bergamo nel 1999, concentra la sua ricerca sul mondo animale che abita i boschi intorno a casa. L’attenzione si rivolge in particolare alla caccia, osservata come pratica, simbolo e costruzione culturale. Al centro del suo lavoro c’è un archivio di fotografie in bianco e nero, spesso ritrovate o manipolate, che diventano punto di partenza per interrogare i confini tra cura e violenza, gioco e dominio. Le immagini si accompagnano a una nuova serie di sculture in cartapesta che rappresentano piccoli animali accovacciati. Le figure, leggere e statiche, sembrano sospese in uno stato intermedio, tra il sonno e l’immobilità definitiva. Il contrasto tra la fragilità del materiale e il riferimento alla caccia sollecita una riflessione sull’ambivalenza della relazione tra uomo e animale.
Roberto Picchi, classe 1996, originario di Erba, lavora invece sul sottobosco, esplorato come spazio fisico e concettuale. Lì, dove agiscono funghi, batteri e organismi silenziosi, l’artista raccoglie elementi visivi che rielabora in un’installazione site-specific realizzata con cera d’api e paraffina. L’opera si espande sul pavimento della galleria come un corpo in crescita, articolato in forme e colori che evocano margini vegetali e processi di trasformazione. A completare il lavoro, alcune opere a parete dove la pittura assume qualità scultoree, trasformando materiali in paesaggi frammentati. Picchi propone un sistema visivo in cui ogni elemento è legato agli altri da equilibri delicati, come quelli che regolano i processi naturali di crescita e decomposizione.
La mostra prende il titolo da un’abitudine condivisa dai due artisti: l’alzarsi all’alba per osservare, esplorare o semplicemente abitare il paesaggio in modo consapevole. È in quelle prime ore del giorno, infatti, che le presenze naturali si fanno più percepibili, i suoni più nitidi, e il confine tra l’umano e il non umano più sottile. Alzarsi presto cerca di restituire questa condizione, senza retorica, ma con la semplicità di chi vive a contatto diretto con ciò che lo circonda. Attraverso linguaggi diversi - la fotografia, la scultura, l’installazione - Brambilla e Picchi costruiscono un percorso che mette al centro la coesistenza, l’osservazione e l’attenzione per i dettagli. Il risultato è una mostra che non idealizza la natura, ma ne restituisce una complessità fatta di convivenze, tensioni e trasformazioni quotidiane.