Anche quest’anno il Museo del Louvre risulta il più visitato del mondo, con circa 7,7 milioni di visitatori. © Musée du Louvre/Nicolas Guiraud

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Anche quest’anno il Museo del Louvre risulta il più visitato del mondo, con circa 7,7 milioni di visitatori. © Musée du Louvre/Nicolas Guiraud

La classifica mondiale dei musei più visitati: Louvre sempre primo al mondo, in Italia dominano gli Uffizi

Ovunque sono ancora le grandi «icone» ad attirare le folle: la Gioconda, i marmi del Partenone, il Laocoonte. Chiusa la Russia e limitata la Cina («zero Covid»), a Parigi e Seul l’affluenza è (quasi) alle cifre precedenti la pandemia, ma altri grandi centri sono ancora lontanissimi dal recupero

Il museo più visitato al mondo continua a essere il Louvre di Parigi, con 7.726.321 ingressi (erano 2.825.000 lo scorso anno e 9,6 milioni nel 2019 pre pandemia che, non a caso, avevamo definito, almeno in ambito museale, «l’ultimo anno record»). Seguono i Musei Vaticani che, complici cadute e défaillance, dal decimo posto mondiale si issa fino al secondo, così come il British Museum di Londra, dal 13mo al terzo assoluto. Ai piedi del podio sono le Gallerie degli Uffizi, in ulteriore salita rispetto al quinto posto dell’anno scorso.

L’obiettivo «230 milioni» del 2019 è ancora lontano
Erano 230 milioni i visitatori dei primi 100 musei del mondo nel 2019, crollati a 54 milioni nel 2020, leggermente risaliti fino a 71 milioni nel 2021, quando infatti la tradizionale Classifica mondiale esclusiva di «Il Giornale dell’Arte» e «The Art Newspaper» parlava di «Convalescenza lenta». Una lenta seppur graduale crescita che si conferma anche nei dati di questa XVI edizione della Classifica, relativa al 2022. Dopo due anni di chiusure e incertezze, perdite di vite umane e disordini pubblici, il 2022 è stato l’anno in cui la maggior parte delle persone ha potuto tornare a visitare i propri musei d’arte preferiti o a viaggiare in qualche luogo nuovo, nella maggior parte dei casi con poche restrizioni.

Il risultato è stato che 141 milioni di visite sono state effettuate nei primi 100 musei d’arte della nostra indagine. Le cose sono tornate quindi alla normalità? Non ancora. Crescita sì, ma non tale da riportare le lancette indietro al 2019. I 141 milioni di visite sono il doppio di quelle registrate lo scorso anno e quasi il triplo di quelle del 2020. Ma c’è ancora un po’ di strada da fare prima di riconquistare la soglia dei 230 milioni di ingressi del 2019, l’ultimo anno di «normalità». Dal crollo dei visitatori nel 2020 (-77%) al +31% del 2021, il 2022 rileva un +50% rispetto all’anno prima ma pur sempre un -61,30 % rispetto al 2019.

Come rivela la nostra analisi, la ripresa non è uniforme. La strategia «zero Covid» della Cina ha fatto sì che i visitatori dei suoi musei dovessero affrontare ripetute chiusure e regole draconiane. I musei russi hanno dovuto fare i conti con il fatto che il loro Paese è diventato un «paria» internazionale in seguito all’invasione dell’Ucraina e che il turismo da e verso molti luoghi è stato assai limitato. Il numero di visitatori in entrambi i Paesi è stato, nella migliore delle ipotesi, simile a quello del 2021.

Il Louvre di Parigi sta progettando di limitare il numero di visitatori a causa del sovraffollamento, ma è comunque riuscito a rimanere alla guida della classifica con la straordinaria cifra di 7,7 milioni di visitatori nel 2022, superando di oltre 2,5 i Musei Vaticani, secondi in classifica. Il British Museum e la Tate Modern di Londra si sono riconfermati nella nostra top five, ma la loro ripresa è stata più lenta rispetto ad alcuni dei loro concorrenti internazionali, riflettendo una lenta ripresa dei musei britannici nel loro complesso.

Complessivamente, le prime dieci posizioni hanno totalizzato quasi 40 milioni di visite. Ora che la pandemia è in gran parte finita, le persone sembrano tornare a visitare più o meno le stesse città di prima: Parigi e Londra, Firenze, Roma e New York. Nonostante gli sforzi per stimolare il pubblico nazionale a visitare di più, sia virtualmente che fisicamente, sembra che la gente non veda l’ora di viaggiare per vedere Botticelli, la Gioconda, i marmi del Partenone e il Laocoonte. Sono queste «icone» ad attirare ancora le folle.

Vince chi si amplia e si rinnova, come Oslo e Zurigo
In Europa il quadro è eterogeneo. Mentre alcuni grandi musei hanno registrato una lenta ripresa, come il Rijksmuseum di Amsterdam (in salita dal 39mo al 23mo posto mondiale con 1,7 milioni di ingressi, ma ancora -35% rispetto al 2019; c’è però da attendersi che anche grazie alla fortunatissima mostra di «Vermeer» in corso fino al 4 giugno, la posizione nella classifica del prossimo anno possa scalare qualche gradino) e il Museo dell’Acropoli di Atene (dal 50mo al 28mo posto, con 1,4 milioni di visitatori), nel complesso i visitatori sembrano tornare lentamente nei musei. Il calo dell’affluenza straniera è un fattore determinante per molte città e i rispettivi musei: l’Albertina di Vienna ha individuato nel crollo di un quarto dei turisti nella capitale austriaca il fattore principale che ha determinato la diminuzione del 26% dei visitatori rispetto al 2019.

Altre mete turistiche, tuttavia, sono tornate quasi alla normalità: il Musée d’Orsay di Parigi, ad esempio,i ha realizzato 10% di presenze in meno rispetto al 2019, mentre il Petit Palais ha registrato un aumento del 14%. In effetti, si sono registrati alcuni significativi aumenti di presenze. Sempre a Parigi, la Fondation Louis Vuitton ha registrato un aumento di un terzo degli ingressi, passando da poco più di un milione nel 2019 a quasi 1,4 milioni l’anno scorso, grazie alla mostra di grande successo sulla Collezione Morozov (che ha registrato la cifra record di 1,2 milioni di visitatori).

Una mostra sul dipinto «Lo studio rosso» di Matisse ha aiutato la Galleria Nazionale di Danimarca (Statens Museum for Kunst, Smk) a Copenaghen a raggiungere la più alta affluenza di sempre, accogliendo più di 492mila visitatori, mentre il Museo di Belle Arti di Budapest ha registrato un aumento del 47% rispetto al 2019, grazie a un’esposizione blockbuster su Hieronymus Bosch, la seconda mostra più popolare nella storia del museo.

Un altro modo per far crescere l’affluenza è aumentare lo spazio a disposizione. Così ha fatto la Kunsthaus Zürich che ha inaugurato il suo ampliamento nell’ottobre 2021 così raddoppiando il numero di visitatori del 2019, arrivando a oltre 555mila ingressi. Il Munchmuseet di Oslo, trasferito in una nuova grandiosa sede nell’autunno del 2021, ha accolto quasi 852mila persone l’anno scorso, ottenendo «un numero di visitatori significativamente più alto rispetto al vecchio museo», secondo un portavoce. Diversi musei, come il Centro Botín di Santander e la Galleria dell’Accademia di Firenze, dove si trova il David di Michelangelo, negli ultimi mesi del 2022 hanno registrato numeri in crescita e superiori ai livelli pre pandemici, indice di una sana ripresa.

Firenze, Roma e Torino due volte in top ten
Firenze presidia il podio italiano, tallonata dalla sola Venezia. Primo museo italiano è ancora il complesso delle Gallerie degli Uffizi, che comprende Uffizi, Pitti, Giardino di Boboli, quarto al mondo e alla guida anche della classifica tra i «supermusei», dotati di autonomia speciale grazie alla riforma Franceschini del 2014-15. Seguono la Galleria dell'Accademia e Palazzo Ducale di Venezia, entrambi oggetto di importanti progetti di riallestimento. Seguono Castel Sant'Angelo a Roma, il Museo Egizio a Torino, la Reggia di Caserta, la Triennale di Milano con il Museo del Design, il Museo del Cinema (ancora a Torino, che piazza due musei in top ten come Firenze e Roma) e la Galleria Borghese di Roma.

A livello nazionale, la classifica scorporata relativa ai «Supermusei» statali autonomi evidenzia anche la prima posizione del Parco Archeologico del Colosseo davanti proprio al complesso degli Uffizi, al Parco Archeologico di Pompei e al complesso di Capodimonte a Napoli.

Uk non così ok
I numeri dei visitatori nei principali musei londinesi sono ancora molto lontani da quelli raggiunti nel 2019, soprattutto a causa del calo del turismo internazionale, che rappresenta tradizionalmente circa la metà dei visitatori dei principali musei nazionali. Ma in calo sono anche i dati relativi ai residenti nel Regno Unito. La National Gallery sta affrontando la ripresa più lenta: nel 2022 ha avuto 2,7 milioni di visitatori, con un calo del 55% rispetto ai 6 milioni del 2019. Ha quindi perso quasi 3,3 milioni di visitatori, più di ogni altro museo della nostra Classifica. Un dato che può sorprendere, dal momento che nel 2022 ha allestito due mostre di grande successo: «Raffaello» e «Lucian Freud. Nuove prospettive».

Molto più rapida invece è la ripresa del British Museum che, sebbene sia quasi altrettanto dipendente dal turismo internazionale (64% dei visitatori poco prima della pandemia), nel 2022 ha avuto 4,1 milioni di visitatori, con un calo inferiore, del 34%, rispetto ai 6,2 milioni del 2019. Questa ripresa relativamente lenta dei principali musei londinesi si riflette sul resto del Regno Unito. In termini percentuali, tre istituzioni britanniche hanno fatto addirittura peggio della National Gallery: Kettle’s Yard a Cambridge ha registrato un calo del 57% rispetto ai visitatori del 2019, mentre il V&A Dundee e la Wellcome Collection di Londra sono scesi entrambi del 55%. Chi ha invece «brillato» di più nel Regno Unito? La Burrell Collection di Glasgow grazie al fatto di aver riaperto proprio nel marzo 2022, con cifre molto più alte rispetto al passato: ben 483mila visitatori. Bene anche i musei di Edimburgo: il National Museum of Scotland ha ricevuto quasi due milioni di visitatori e la Scottish National Gallery quasi 1,3 milioni, numeri simili ai tempi pre pandemia.

Gli Usa continuano a sognare
Tra i principali musei di New York, il Solomon R. Guggenheim Museum ha registrato il maggior calo di visitatori, con 750mila nel 2022 rispetto a 1,3 milioni nel 2019, con un calo del 42%, mentre il Metropolitan Museum of Art sulla Fifth Avenue ha registrato il 34% in meno di visitatori. Va notato che il Met ha cambiato la metodologia di conteggio, introducendo quello che un portavoce ha definito «un nuovo programma digitale che riteniamo più accurato», il che significa una diminuzione del 20% rispetto alla cifra riportata nel 2019.

New York non è stata l’unica a riprendersi lentamente: in tutto il Paese i numeri d’affluenza nei musei sono ancora notevolmente inferiori rispetto al 2019, dal National Museum of African American History and Culture di Washington (-45%) al Denver Art Museum (34%) sino al Getty Center di Los Angeles (31%). Nonostante non ci siano state chiusure generalizzate negli Stati Uniti nel 2022, le scosse di assestamento della pandemia hanno comunque colpito molti musei. Un portavoce della National Portrait Gallery (Npg) di Washington (che condivide un edificio con lo Smithsonian American Art Museum, Saam, e quindi ha le stesse cifre), afferma che è tornata al suo orario di apertura completo di sette giorni alla settimana solo alla fine di maggio, dopo essere stata aperta per quattro giorni alla settimana per il primo trimestre dell’anno. Nonostante abbiano quasi triplicato la cifra del 2021, con quasi 954mila visitatori l’anno scorso, l’Npg e il Saam hanno registrato un calo del 44% rispetto ai livelli pre pandemia.

Tuttavia, una manciata di istituzioni ha riportato cifre che hanno superato i livelli precedenti alla pandemia. Due di queste, la Huntington Library, Art Museum and Botanical Gardens di Los Angeles (+26%) e il Frederik Meijer Gardens & Sculpture Park di Grand Rapids (+3%), offrono esperienze all’aperto come parte della visita al museo. E proprio la disponibilità di spazi aperti è stata la grande fortuna di molti musei in questi ultimi anni, compresi molte istituzioni italiane come Venaria, Caserta e Miramare.

Da «zero» a qui
La strategia «zero Covid-19» della Cina ha avuto un forte impatto sul numero di visitatori dei suoi musei nel 2022. Sebbene Taiwan abbia abbandonato la sua politica zero Covid nel marzo 2022, la continua mancanza di turisti cinesi ha fatto sì che il numero di visitatori del National Palace Museum di Taipei (12mo al mondo nel 219) sia rimasto basso. Il totale di 553mila visitatori è aumentato solo del 33% rispetto all’anno precedente e dell’86% rispetto al totale del 2019 di quasi quattro milioni. Un museo cinese che ha sfidato la tendenza è stato M+. Il museo di Hong Kong è stato inaugurato nel novembre 2021, prima di dover chiudere nuovamente dal 5 gennaio al 21 aprile 2022 a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19. Nonostante ciò, è riuscito ad attirare più di due milioni di visitatori nel resto dell’anno.

L’Australia e la Nuova Zelanda avevano alcune delle regole Covid-19 più severe, che hanno ritardato le riaperture rispetto ad altre parti del mondo. In Australia, le regole erano complesse e variavano da Stato a Stato; il Paese non ha accolto i viaggiatori internazionali fino al 21 febbraio 2022. Nonostante ciò, il numero di visitatori ha continuato a riprendersi costantemente, con molte sedi che hanno recuperato circa i due terzi dei loro numeri precedenti. L’Art Gallery of South Australia di Adelaide ha fatto addirittura meglio del periodo pre pandemia, con 539mila visitatori. A Sydney, l’Art Gallery of New South Wales ha registrato un aumento del numero di visitatori grazie all’afflusso di persone che hanno visitato il suo nuovo ed ampliato edificio.

In Asia si è distinta la Corea del Sud. Per la prima volta nella capitale Seul si è tenuta la fiera d’arte Frieze, che ha incrementato il numero di visitatori nei musei della città. Il Museo Nazionale della Corea ha consolidato la sua posizione nella nostra classifica: i suoi 3,4 milioni di visitatori gli sono valsi il sesto posto mondiale. Si tratta dello stesso numero di persone che lo visitavano prima della pandemia. Anche i quattro avamposti del Museo nazionale d’arte moderna e contemporanea hanno ottenuto buoni risultati, con la sede di Seul che ha ricevuto 1,8 milioni di visite, 400mila in più rispetto al 2019.

Con la maggior parte delle chiusure auspicabilmente alle spalle, ci aspettiamo che le cifre dei visitatori del 2023 siano cospicue. Ma mentre alcuni musei stanno tornando al ritmo di un tempo, per altri sembra che i danni causati dalla pandemia e dalle risposte politiche alla crisi dureranno ancora a lungo.

I primi 10 musei nel mondo nel 2022
(il numero tra parentesi si riferisce alla posizione nella classifica dell’anno precedente)
1. (1) 7.726.321, Louvre, Parigi
2. (10) 5.080.866, Musei Vaticani, Città del Vaticano
3. (13) 4.097.253, British Museum, Londra
4. (5) 4.066.366, Gallerie degli Uffizi (Galleria degli Uffizi, Giardino di Boboli, Palazzo Pitti), Firenze
5. (18) 3.883.160, Tate Modern, Londra
6. (14) 3.411.381 Museo Nazionale della Corea, Seul
7. (20) 3.270.182 Musée d’Orsay, Parigi
8. (6) 3.256.433 National Gallery of Art, Washington, DC
9. (4) 3.208.832 Metropolitan Museum of Art, New York
10. (8) 3.063.092 Reina Sofía, Madrid

I primi 10 musei in Italia nel 2022
(i numeri tra parentesi si riferiscono alla posizione nella classifica e al totale di visitatori dell’anno precedente)
1. (1) Galleria degli Uffizi, Firenze 2.222.692 (969.695)
2. (2) Galleria dell'Accademia, Firenze 1.428.369 (446.320)
3.(-) Palazzo Ducale, Venezia 1.118.443
4. (6) Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma 966.623 (239.678)
5. (4) Museo Egizio, Torino 898.500 (398.336)
6. (5) Reggia di Caserta, Caserta 699.292 (346.468)
7. (3) Triennale di Milano, Milano 661.234 (441.749)
8. (8) Museo Nazionale del Cinema, Torino 567.182 (236.602)
9. (9) Galleria Borghese, Roma 544.363 (230.062)
10. (-) Villae, Tivoli (RM) 528.179 (283.062)

Le classifiche integrali delle Mostre e dei Musei più visitati nel mondo nel 2022 sono pubblicate nel numero di «Il Giornale dell’Arte» in edicola dal 3 aprile.
 

Anche quest’anno il Museo del Louvre risulta il più visitato del mondo, con circa 7,7 milioni di visitatori. © Musée du Louvre/Nicolas Guiraud

Alessandro Martini, Lee Cheshire, José da Silva, 27 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

La classifica mondiale dei musei più visitati: Louvre sempre primo al mondo, in Italia dominano gli Uffizi | Alessandro Martini, Lee Cheshire, José da Silva

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