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La bestia nel cuore dell’antico: due giovani pittori a Milano

Fino al 6 settembre, la galleria milanese Ncontemporary espone per la prima volta in un dialogo diretto i lavori di Eleonora Molignani (1995) e Olmo Erba (1997), con la cura di Nicola Ricciardi 

La galleria Ncontemporary di Milano presenta «Bestia nel cuore», mostra che riunisce per la prima volta in un dialogo diretto i lavori di Eleonora Molignani (1995) e Olmo Erba (1997), due giovani artisti italiani legati da una ricerca che affonda le radici nell’immaginario medievale e rinascimentale. Curata da Nicola Ricciardi, l’esposizione esplora come le forme del passato possano ancora oggi farsi materia viva, stimolo per nuove visioni. 

Il titolo della mostra, tratto da un verso di Giorgio Caproni, suggerisce fin da subito l’idea di attraversamento: la galleria come soglia, uno spazio dove immagini e simboli di epoche lontane si attivano nuovamente nello sguardo contemporaneo. Molignani ed Erba - entrambi formatisi all’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo - lo fanno seguendo strade distinte, ma convergenti per sensibilità e approccio.

Nei suoi disegni su carte antiche, Eleonora Molignani rivisita l’iconografia delle corti rinascimentali. Lo fa con la serie «Achiappa pulci» (2025 - in corso), dove riprende l’usanza, comune tra le nobildonne del tempo, di indossare pellicce di zibellino come ornamenti. L’animale, simbolo di lusso e status, è rappresentato qui con una delicatezza che ne accentua la presenza silenziosa, quasi nascosta, lasciando affiorare una riflessione sul potere trasformativo dell’immagine, ma anche sulla tensione tra visibile e invisibile.

Olmo Erba invece guarda al culto dei santi e alle tradizioni popolari, realizzando dipinti e oggetti che evocano reliquiari, feticci e maschere. Le sue opere non si limitano a citare l’antico, ma lo rielaborano attraverso una pittura che fonde spiritualità, memoria e dimensione psichica. L’interesse non è tanto nella devozione religiosa, quanto nella forza narrativa delle immagini e nel loro potere simbolico.

Al centro della mostra c’è anche un’opera realizzata a quattro mani, «Al posto delle fragole» (2024), un video ambientato nella project room che riassume i punti di contatto tra le due ricerche. Qui la ripetizione del gesto, ricorrente anche nelle opere pittoriche e grafiche, diventa forma di rituale, momento condiviso tra intimità e messa in scena.

Senza cedere a nostalgie o citazionismi, Bestia nel cuore invita a osservare l’eredità del passato non come blocco immobile, ma come archivio aperto, pronto a suggerire nuove storie e interpretazioni. Un invito che i due artisti raccolgono con linguaggi diversi ma compatibili, dimostrando come l’antico possa ancora parlare al presente: non per somiglianza, ma per frizione e risonanza.

Riccardo Deni, 04 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

La bestia nel cuore dell’antico: due giovani pittori a Milano | Riccardo Deni

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