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Oltre 500 anni di storia della Melanesia, della Micronesia e della Polinesia
- Antonio Aimi
- 29 settembre 2018
- 00’minuti di lettura


Testa di dio della guerra delle Hawaii, tardo XVIII secolo. Foto: Royal Academy of Arts
L’Oceania di Cook
Oltre 500 anni di storia della Melanesia, della Micronesia e della Polinesia
- Antonio Aimi
- 29 settembre 2018
- 00’minuti di lettura
Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliJacques Chirac di Parigi e il Museum of Archaeology and Anthropology di Cambridge, l'evento celebra il 250mo anniversario della fondazione dell'istituzione londinese e del primo viaggio di James Cook, a cui si deve l’apertura di una rete di stabili contatti con le culture che si presentano nella mostra.
Fino al 10 dicembre sono esposti circa 200 reperti (sculture, prue di canoa, ornamenti, indumenti, oggetti rituali, dipinti ecc. provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo) che non solo documentano oltre 500 anni di storia della Melanesia, della Micronesia e della Polinesia, ma fanno dialogare tradizione e modernità, l’arte del passato e le opere in cui artisti di oggi riprendono e rivisitano gli stilemi dei loro antenati. Il percorso espositivo si articola in tre filoni: «voyaging», che racconta la vita sul mare attraverso le storie di navigazione e le tecniche legate alla costruzione di canoe, remi, prore intagliate eccetera; «place making», che esplora i luoghi abitati dalle comunità di questo continente; «encounter» che indaga le attività commerciali e gli scambi fra le culture del Pacifico.
Particolarmente interessanti sono il primo e il terzo, perché, come è noto, la colonizzazione della Polinesia fu una delle imprese più straordinarie della storia umana, dato che fu il risultato di viaggi di migliaia di chilometri in mare aperto contro le correnti e contro gli alisei senza bussole e altri strumenti (e qui è bene ricordare che i polinesiani raggiunsero anche l’America Meridionale).
Nella mostra sono presenti molti degli oggetti raccolti durante i viaggi del XVIII secolo. Nell’impossibilità di segnalare tutti i capolavori, ci si limita a ricordare la rarissima scultura in legno Kaitaia del XIV secolo, uno dei reperti più antichi mai trovati in Nuova Zelanda, lo straordinario recipiente cerimoniale proveniente dalle Isole Salomone, che misura 7 metri in lunghezza e non è mai stato esposto prima d’ora, e la testa del dio della Guerra delle Hawaii, in gran parte decorata con applicazioni di penne rosse (tardo XVIII secolo, nella foto), che documenta una tecnica in cui alcune delle popolazioni dell’antica Oceania eccellevano e che, se si escludono le culture dell’antica America, non ha eguali nel resto del mondo.

Testa di dio della guerra delle Hawaii, tardo XVIII secolo. Foto: Royal Academy of Arts