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Carlo Galli Bibiena, Veduta prospettica di galleria a due bracci, metà XVIII secolo Venezia, Fondazione Giorgio Cini

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Carlo Galli Bibiena, Veduta prospettica di galleria a due bracci, metà XVIII secolo Venezia, Fondazione Giorgio Cini

Immaginare l'architettura

Alla Fondazione Cini di Venezia disegni architettonici dal Cinque all'Ottocento

Lidia Panzeri

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Effetto Biennale: nel programmare le mostre si tiene conto che questo è l’anno dell’architettura, così la Fondazione Cini inaugura la nuova stagione di Palazzo Cini con la mostra «Architettura immaginata. Disegni dalle raccolte della Fondazione Giorgio Cini», a cura di Luca Massimo Barbero e dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, allestita dal 20 aprile al 17 settembre.

Immaginata perché disegnata e dipinta: un trionfo del trompe l’œil che attraversa diversi secoli, dal XVI al XIX. Epicentro è la scuola emiliana e bolognese con i suoi più significativi rappresentanti da Carlo Galli Bibiena a Giuseppe Jarmorini entrambi operativi nella metà del XVIII secolo. Il tutto attraverso una sequenza di un centinaio di fogli con fughe prospettiche, cupole, archi di trionfo e arredi perlopiù inediti su un corpus di cinquemila disegni acquistati dal conte Vittorio Cini nel 1962 allo scopo di evitare la dispersione di questo fondo, acquisito nei primi decenni del Novecento dal violoncellista e appassionato bibliofilo Antonio Certani, da cui il nome della raccolta.

Carlo Galli Bibiena, Veduta prospettica di galleria a due bracci, metà XVIII secolo Venezia, Fondazione Giorgio Cini

Lidia Panzeri, 19 aprile 2018 | © Riproduzione riservata

Immaginare l'architettura | Lidia Panzeri

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