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Giacomo Francesco Cipper, «Filatrice», Madrid, Museo del Prado (particolare)

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Giacomo Francesco Cipper, «Filatrice», Madrid, Museo del Prado (particolare)

Il vulcanico e anticonformista Cipper «Tedesco», pittore di realtà

Il Castello del Buonconsiglio ospita la prima retrospettiva di un artista «sottovalutato e bistrattato, il suo catalogo è stato inflazionato con copie e derivazioni, innescando una percezione in diminutivo delle sue capacità a favore di Ceruti»

Al Castello del Buonconsiglio di Trento, «cuore pulsante della pittura della realtà, con gli affreschi di Romanino che portano qui quel realismo lombardo che tanti frutti ha dato nella pittura italiana», dal 12 aprile al 14 settembre è visibile la mostra dedicata a Giacomo Francesco Cipper (Feldkirch, 1664-Milano, 1736). Parole di Denis Ton, curatore insieme a Maria Silvia Proni della mostra «Il teatro del quotidiano», la prima retrospettiva intorno all’artista comunemente noto come il Todeschini, mentre «Tedesco» era l’appellativo che abitualmente aggiungeva al suo nome firmandosi. «Molti i prestiti importanti da collezioni private, musei italiani e stranieri, continua Ton, dal Prado ai musei di Budapest e Digione. Una mostra costruita anche sul contesto di artisti che hanno lavorato prima e dopo Cipper, come Antonio Cifrondi, Felice Boselli, Monsù Bernardo, il Maestro della Tela Jeans per arrivare fino al nome da noi più conosciuto, quello di Giacomo Ceruti, a cui è stata dedicata una mostra importante nel 2023 presso i Musei di Brescia e al Getty di Los Angeles. In mostra ci sono primizie assolute, come un inedito “Ritratto di pellegrino” di Ceruti e una versione poco nota della “Filatrice” di Pietro Bellotti». Quello che si promette con questa mostra è una rilettura inedita e la completa rivalutazione di un artista «più che sconosciuto, direi sottovalutato, bistrattato, precisa Maria Silvia Proni, nonostante le pubblicazioni che sono state realizzate e il fatto che sia stato presente a diverse mostre negli ultimi anni, così come sul mercato». 

Uno dei temi è la mancanza di riconoscimento, risarcita in quest’occasione, di una discendenza di alcuni modi della pittura di Ceruti proprio dal Tedesco. «Un legame talvolta negato, continua Ton, tra un artista di una generazione più giovane, Ceruti, e Cipper, che si trovava a Milano nel 1696 e che anticipa molti soggetti e modi poi praticati da Ceruti: si tratta di due artisti che condividono tematiche comuni pur con una sensibilità differente. Cipper è stato un artista molto amato, come evidenziamo qui: collezioni prestigiose, come quella dei reali inglesi o quella di Richard Temple a Stowe House, avevano suoi dipinti fin dal Settecento, ma anche in Austria e Germania, Cecoslovacchia, Polonia e persino in Russia. Le ricerche condotte in occasione di questa mostra ci hanno fatto scoprire che i suoi dipinti erano nelle gallerie della famiglia Colloredo e dei Clerici a Milano, di Pietro Mellarède a Torino, ma in Italia è stato poi dimenticato: il suo catalogo è stato inflazionato con copie e derivazioni, cosa che ha innescato una percezione in diminutivo delle sue capacità. Attraverso la contestualizzazione della pittura di Ceruti si può restituire il giusto valore a Cipper e riscrivere il ruolo di quest’ultimo nella pittura di realtà a cavallo tra Sei e Settecento». 

Le opere in mostra, anche di grandi dimensioni, sono raccolte secondo temi chiave, come le scene di vita quotidiana, le persone attorno al tavolo, il mercato, la musica, le arti e i mestieri, i giocatori di carte e morra. «La novità sta già nel fatto di definirlo pittore di realtà, come già per Ceruti, invece che di genere, conclude Proni. Cipper, un vero e proprio vulcanico e anticonformista cronista dei suoi giorni, che restituisce con grande vitalità scene di vita e di miseria, è incappato negli ultimi decenni in un misconoscimento tutto a favore di Ceruti. Nella lettura della pittura di genere stiamo andando avanti con gli schemi degli anni Cinquanta: con questa mostra si ha il coraggio di provare a cambiare la visione. Aspettiamo di vedere se pubblico e critica ci daranno ragione».

Giacomo Francesco Cipper, «Pranzo con flautista», Milano, Galerie Canesso

Camilla Bertoni, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Il vulcanico e anticonformista Cipper «Tedesco», pittore di realtà | Camilla Bertoni

Il vulcanico e anticonformista Cipper «Tedesco», pittore di realtà | Camilla Bertoni