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Nel Golfo dei Poeti una mostra racconta una lunga amicizia e un fertile connubio
- Sergio Buttiglieri
- 19 agosto 2025
- 00’minuti di lettura


Un’opera di Mimmo Paladino in mostra a Lerici
Il poeta e l’artista: Giuseppe Conte e Mimmo Paladino nel Castello di Lerici
Nel Golfo dei Poeti una mostra racconta una lunga amicizia e un fertile connubio
- Sergio Buttiglieri
- 19 agosto 2025
- 00’minuti di lettura
Sergio Buttiglieri
Leggi i suoi articoliLe cose più inutili che l’uomo abbia inventato sono l’arte e la poesia. Al Castello di Lerici, alla sommità del Golfo dei Poeti, si è appena inaugurata una mostra, visitabile fino al 10 ottobre, che esalta invece questa connessione facendo dialogare la visione del maestro della Transavanguardia Mimmo Paladino con il poeta Giuseppe Conte. La mostra, dal titolo oraziano «Ut pictura poesis» (Come in pittura, così in poesia), ideata da Lucilla Del Santo, ci immerge nella profonda, lunga amicizia fra i due artisti.
«Ut pictura poesis», che celebra anche gli 80 anni di Giuseppe Conte, è un riconoscimento di una presenza artistica che ha messo radici senza mai diventare prevedibile. Paladino, grande amico di Conte, non è solo una figura del movimento Transavanguardia; continua a mettere in discussione lo spazio, la forma e il simbolo. E in questa indagine sostenuta sta la forza duratura della sua connessione con il luogo, sempre guardando al futuro.
L’artista campano conosce a fondo la storia della poesia e molti suoi dipinti alludono a poesie, ne sono ispirati o sono risposte a componimenti poetici. Anche Cy Twombly consigliava di mettere il più possibile in relazione arte e poesia. E Lucilla Del Santo lo ha ascoltato. Dopo la mostra su Byron da lei curata lo scorso anno, sempre al Castello di Lerici, ora ci fa calare in queste inconsuete relazioni artistiche. Non a caso, d’altronde, Twombly parlava sempre delle sue letture, tra gli altri, di Rumi, Keats, Pound e Rilke. Era stato profondamente ispirato anche da poeti dell’antichità, da Catullo, Saffo e Omero. Tutti i grandi movimenti di avanguardia del XX secolo, dal Dadaismo al Surrealismo e oltre, hanno avuto in comune stretti legami fra arti visive e poesia. Nel nostro tempo, tuttavia, i dialoghi fra arte visiva e musica, o fra arte e architettura, sono molto più frequenti dei dialoghi con la poesia.
«Ut Pictura Poesis» racconta il fertile connubio dell’artista con il poeta dipanandosi in più livelli. Il dialogo tra poesia e arte visiva si svolge attraverso libri d’artista, incisioni e disegni, tra cui tutte le 105 tavole originali per Don Chisciotte e 47 per Songs of Innocence and of Experience, con i testi di William Blake tradotti da Conte. Sono esposte anche note personali, fotografie ed ephemera che testimoniano una profonda sensibilità e un’amicizia condivise. In mostra anche due disegni di Lawrence Ferlinghetti. Due volte al giorno, inoltre, nella Sala Madì del Castello viene proiettato il film «Quijote» (2006) di Paladino, con Peppe Servillo e Lucio Dalla, proiettato per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia.
Le scelte curatoriali, il modo di combinare oggetti ed esperienze, hanno qui il pregio di suscitare in noi ulteriori idee.