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Il pittore di strumenti musicali amava la cucina

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

L’Accademia Carrara festeggia il secondo anniversario della riapertura con Evaristo Baschenis (1617-77), sacerdote e pittore di grande talento, inventore del genere della natura morta «di strumenti musicali». Musicista egli stesso (nell’«Accademia musicale Agliardi» si ritrae alla spinetta), amava dipingere gli strumenti velati da un sottile strato di polvere, trasformandoli in poetiche vanitas. Autore raro, molto amato dagli studiosi e dai collezionisti più avvertiti, e pittore tutt’altro che isolato (come si è lungamente ripetuto) ma anzi spesso in viaggio, apprezzato a Roma, Firenze, Venezia, Torino, Baschenis ha lasciato anche affascinanti nature morte «di cucina», ugualmente ricercate dal collezionismo del suo tempo.


La mostra «Evaristo Baschenis a 400 anni dalla nascita, tra musica e cucina» (fino al 4 settembre), curata dal direttore dell’Accademia Carrara, Maria Cristina Rodeschini, che vi ha riunito sei opere (quattro del museo, due di collezione privata), oltre a due dipinti di Bartolomeo Bettera, prova l’identica fortuna storica dei due generi. Grazie al prestito di «Natura morta con anatra, cacciagione, polli, cestino di dolciumi e tagliere di pesci» (1660 ca) si ricostituisce infatti la coppia formata da questo dipinto e da «Strumenti musicali e statuetta» della Carrara, di identiche dimensioni, evidentemente commissionati insieme. Il «Ragazzo con cesta di pane e dolciumi» (1650-60, di collezione privata anch’esso) documenta la maestria di Baschenis nei ritratti, sinora trascurati ma oggi all’attenzione degli studiosi.

Ada Masoero, 03 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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