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Nicoletta Biglietti
Leggi i suoi articoliDieci giorni, diciannove artisti trasformano un’intera città trasformata in un museo a cielo aperto. Dal 24 maggio al 2 giugno Cremona diventa un centro vivo dell’arte contemporanea, con la terza edizione di «Cremona Contemporanea | Art Week», diretta dalla curatrice Rossella Farinotti. Un format diffuso che intreccia installazioni, mostre, performance e incontri, promuovendo un dialogo originale tra l’avanguardia visiva e il patrimonio storico della città. Con il sostegno dell’Assessorato al Turismo e Eventi e con il contributo di istituzioni locali e associazioni imprenditoriali, l’iniziativa si propone come un appuntamento culturale significativo nel panorama italiano. Dopo il successo delle passate edizioni, diciannove artisti internazionali, tra cui figurano i nomi di Michaël Borremans, Trisha Baga, Eva & Franco Mattes e Ludovica Anversa, ridisegnano il volto urbano di Cremona con progetti site-specific che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla videoarte alla performance. Tra le novità l’apertura, per la prima volta al pubblico, di due luoghi inediti: la Chiesa di San Francesco – Ex Ospedale Maggiore, al centro di un importante progetto di rigenerazione urbana, e la Cripta del Camposanto dei Canonici, custode di antichi mosaici dell’XI secolo. Ma non mancano le incursioni urbane: dalle vetrinette della Galleria XXV Aprile al maxi-cartellone di via Mantova, l’arte si fa strada anche fuori dai contesti convenzionali. L’obiettivo? Abbattere i confini tra spazio espositivo e spazio cittadino, in un’esperienza «immersiva» che fa del visitatore il protagonista. Il viaggio nella Cremona Contemporanea si apre con Ludovica Anversa, che inaugura il percorso espositivo nella stanza del Palazzo del Comune. Il suo intervento pittorico esplora la memoria dei luoghi e l’evocazione del tempo, mentre le sue sculture, fragili, porose, quasi ferite, completano un’esperienza potente e introspettiva. Segue Trisha Baga, voce eclettica della scena americana, che porta una nuova installazione video accompagnata da sculture in ceramica disseminate in città. La sua arte, ironica e surreale, sovverte la realtà e la riplasma in chiave onirica. Dal linguaggio visionario alla tensione tra sacro e arte nel Battistero del Duomo, dove il pittore belga Michaël Borremans presenta due opere allestite in modo simmetrico e site-responsive. Le sue tele, sospese tra luce e spiritualità, riscrivono in chiave contemporanea uno dei luoghi simbolo della città, che nella prima edizione aveva ospitato l’iconica scultura «Ego» di Maurizio Cattelan. Arianna Carossa è ospite del Museo Archeologico San Lorenzo: la sua pratica, tra pittura, scultura e installazione, si fa racconto nomade e poetico, con un intervento site-specific che costruisce un organismo fatto di frammenti e allusioni. Il video è protagonista con Daniele Costa a Palazzo Affaitati, sua un’opera intima con soggetto Leona, figura drag molto emblematica. La proiezione, allestita sopra un letto rétro disegnato da Gio’ Ponti fonde design e introspezione, in un equilibrio al limite tra il pubblico e il privato.Tra simbolismo e materia si muove invece Oliver Erlanger, che porta nello scalone di Palazzo Schinchinelli Martini una scultura in marmo di Carrara: un occhio, simbolo tanto della soglia quando della visione, in un’opera sospesa tra futuro e passato. L’ingresso (o meglio la soglia d’ingresso) della città è affidato invece a Irene Fenara, con un’installazione urbana posta sul Billboard di via Mantova: qui i fotogrammi tratti da sistemi di sorveglianza diventano opere politiche e poetiche, in una riflessione sul vedere ed essere visti.

Eva&Franco Mattes, installation view at Cripta del Camposanto dei Canonici, Cremona Contemporanea | Art Week 2025, ph. Rossetti/Chico
Nella Sala dei Quadri del Comune il 25 maggio dalle 11 alle 12 di scena la performance di Stina Fors intitolata «A Mouthful of Tongues», già acclamata alla Biennale di Venezia del 2024. Un video inedito ne accompagna il racconto, aggiungendo un doppio livello di lettura. Pittura monumentale e natura si fondono nell’opera dell’argentino Máximo González che espone grandi tele al Palazzo del Comune e Palazzo Schinchinelli Martini, il suo intervento non si limita a occupare lo spazio, ma lo abita e lo valorizza. Tra pittura e scultura la raffinata installazione di Emilia Kina nella Fondazione Città di Cremona, dove superfici spesse e colori tenui dialogano con la tradizione pittorica cremonese. Giulia Maiorano gioca invece con elegante ironia all’interno di una delle stanze del Comune di Cremona sostituendo un lampadario istituzionale con una sua creazione personale. Al contempo, le sue immagini di interni, esposte in Galleria XXV Aprile, giocano sul contrasto tra intimità e spazio urbano. Due interventi simbolici quelli di Edoardo Manzoni: «Preghiera», scultura in legno esposta al Museo Archeologico San Lorenzo, e una creatura-insetto installata nel cuore del Comune, aprono una riflessione su potere e metamorfosi. Torna poi il duo Eva & Franco Mattes, con una nuova installazione nella Cripta del Camposanto dei Canonici. Un ibrido inquieto tra umano e animale mette in crisi l’idea stessa di identità, in un cortocircuito tra sacro e digitale. Con un cambio di scala e materia, Luca Monterastelli occupa due spazi opposti: il cortile della Chiesa del Foppone, con una scultura monumentale in cemento e acciaio, e le cantine di Palazzo Fodri, dove usa la litofania per un’installazione silenziosa e sospesa. Giovanni Oberti, a Palazzo Vidoni, firma un intervento intimo in tre stanze, trasformate in microcosmi. Gesti minimi e materiali fragili, grafite, semi, resti organici, invitano a una contemplazione quasi rituale. Con un’esplosione di forma e colore Marta Pierobon presenta un gonfiabile alto 8 metri nel cortile di Palazzo Affaitati. Accanto, nello studio FasArchitetti, sue sculture ceramiche mescolano corpo e architettura. Sul piano sonoro, Andrea Romano propone «LEGATO», un diario acustico fatto di tracce affettive condivise da artisti-amici. Un paesaggio meditativo, dove le voci si intrecciano in un flusso continuo. Chiude il percorso il duo Vedovamazzei, che reinterpreta un «TIR» con un lago interno nei Bastioni di Porta Mosa, mentre nello spazio RobolottiSei espone due lavori in dialogo con tempo e movimento. Infine, Angharad Williams presenta a Palazzo Vidoni una serie di tele con la scritta «LOVE» e due sculture in vetro: tra pop e fragilità, tra potere e infanzia, la sua arte è un invito a ripensare il nostro vivere comune. Anche per il 2025, Cremona Contemporanea | Art Week guarda oltre i confini locali con «Faville», una serie di progetti paralleli di giovani curatori e artisti emergenti. Tra questi la mostra collettiva di «VENERDISABATO», i talk di «Bar Cremona» a cura di Giorgio Galotti, il progetto «Brigantia» di Annika Pettini e l’installazione partecipativa «Herenzia», che trasformerà piatti donati dal pubblico in un’opera collettiva. Cremona Contemporanea | Art Week 2025 si conferma così un laboratorio urbano di visioni, connessioni e trasformazioni. Un mosaico di voci artistiche capaci di riscrivere lo spazio in dieci giorni nei quali abitare la città con uno sguardo nuovo.

Vedovamazzei, installation view at Parco Bastioni di Porta Mosa, Cremona Contemporanea | Art Week 2025, courtesy by the artists and Multitrax

Trisha Baga, installation view at Palazzo Raimondi, Cremona Contemporanea | Art Week 2025, ph. Rossetti/Chico