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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliLa programmazione 2026 del Museo Diocesano Tridentino, diretto da Domizio Cattoi, è all’insegna delle novità e del consolidamento di format di successo. Fondato nel 1903, quando il Trentino era ancora parte dell’Impero austro-ungarico, è uno dei primi musei diocesani istituiti in Italia. È situato all’interno di Palazzo Pretorio, antica residenza dei principi vescovi, oggetto di un recente progetto di manutenzione e valorizzazione, che proseguirà il prossimo anno con la riapertura della Porta Veronensis, una delle monumentali porte di accesso alla città romana risalente al I secolo d.C., collocata nel sottosuolo del palazzo. Oltre a essere messa in sicurezza, sarà inserita al centro di un percorso di visita inclusivo, sviluppato anche attraverso l’impiego di nuove tecnologie.
Per quanto riguarda la programmazione espositiva, nell’autunno 2026 sarà inaugurata la prima mostra monografica Museo Diocesano Tridentino, Palazzo Pretorio, piazza Duomo, Trento Museo Diocesano Tridentino, Sala del Quattrocento dedicata al pittore barocco Nicolò Dorigati, autore trentino di grande raffinatezza nel contesto culturale e devozionale del Seicento, qui oggetto di una nuova riscoperta. Fino al 26 gennaio sarà ancora visitabile la mostra «Poveri diavoli. Le rivolte contadine del 1525 nel principato vescovile di Trento» che, attraverso una selezione di documenti d’archivio, opere d’arte, attrezzi da lavoro tra sformati in armi, materiali iconografici e stru menti multimediali, restituisce la complessità di un movimento in cui i ceti rurali entrarono in conflitto con l’autorità costituita. Curata da Cattoi e Marta Villa e realizzata in collaborazione con Alessandro Paris, l’iniziativa si inserisce nell’Anno tematico dei musei dell’Euregio e nasce da un ampio progetto di ricerca e cooperazione che coinvolge l’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Trento, il Mitag-Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e il Museo Diocesano di Bressanone.
Fino al 25 marzo è inoltre in corso la quarta edizione della rassegna «Note al Museo. Musica in Sala Arazzi», un ciclo di dodici concerti serali ospitato appunto nella Sala degli Arazzi, uno degli spazi più suggestivi del museo. Oltre a queste rare opere tessili fiamminghe, il patrimonio del Diocesano spazia dall’XI al XIV secolo e comprende le più importanti testimonianze del Concilio di Trento, dipinti e sculture lignee, preziose oreficerie e antichi ricami. Oltre alla Porta Veronensis, il museo gestisce anche la Basilica paleocri stiana di San Vigilio, collocata nel sottosuolo della Cattedrale, e la Torre Civica che, con i suoi 45 metri di altezza, rappresenta uno dei simboli più riconoscibili della città. Il rapporto con il territorio prende forma anche attraverso visite guidate tematiche nel centro storico. Le iniziative promosse comprendono inoltre conferenze, workshop e laboratori per famiglie, con l’obiettivo di rendere il museo un luogo d’incontro attivo e coinvolgente. L’invito è a viverlo non solo come spazio di memoria, ma come ambiente vitale, capace di generare dialogo, emozione e nuove forme di partecipazione.