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L’allestimento parigino fruisce di prestiti importanti dal MunchMuseet di Oslo, che collabora all’organizzazione
- Luana De Micco
- 20 settembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Neve fresca sulla strada» (1906), di Edvard Munch. Foto CC BY 4.0. © Munch Museet
Il «ciclo» di Munch al Musée d’Orsay
L’allestimento parigino fruisce di prestiti importanti dal MunchMuseet di Oslo, che collabora all’organizzazione
- Luana De Micco
- 20 settembre 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliNon solo «L’urlo». Realizzata in collaborazione con il MunchMuseet di Oslo, la mostra «Edvard Munch. Un poème de vie, d’amour et de mort» del Musée d’Orsay (dal 20 settembre al 22 gennaio) esplora la totalità dell’opera e della carriera dell’artista norvegese, andando ben oltre il celebre capolavoro.
Questo è infatti il punto di partenza della riflessione del museo parigino: «Si può essere celebri e al contempo sconosciuti: si deve constatare che la ricezione dell’opera di Munch soffre per l’effetto riduttore prodotto dalla sua cristallizzazione intorno a una sola immagine».
Nel 2015, l’opera icona (del 1890), oggetto di due furti a distanza di dieci anni, tanto che il Munchmuseet non l’aveva più prestata, era stata esposta a titolo eccezionale proprio a Parigi, nell’ambiziosa mostra della Fondation Vuitton «Les Cléfs d’une passion».
Il museo di Oslo è ancora una volta generoso con Parigi e per il d’Orsay si priva di diverse opere essenziali, come «Strada nella neve» (1906), «Il bacio» (1897) e «Notte stellata» (1922-24). Altre tele arrivano da Bergen e Stoccolma.
Il museo parigino, che aveva già dedicato una mostra a Munch nel 1991, mette in evidenza la coerenza del lavoro dell’artista, impregnato della filosofia di Nietzsche e Bergson, lungo tutta la sua carriera, dal 1880 alla morte, nel 1944, soffermandosi anche sulla produzione più tardiva.
Claire Bernardi, direttrice del Musée de l’Orangerie, curatrice della mostra, al classico percorso cronologico ha preferito il principio del «ciclo», una «nozione altamente simbolista, che svolse un ruolo chiave nel pensiero e nell’arte di Munch», e che viene presentato come uno strumento essenziale di comprensione dell’opera dell’artista, dove gli stessi motivi, ma continuamente rivisitati, reinterpretati, tornano in modo regolare, quasi ossessivo.

«Neve fresca sulla strada» (1906), di Edvard Munch. Foto CC BY 4.0. © Munch Museet

«Serata sul corso Karl Johan», di Edvard Munch