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Centinaia di pezzi ricostruiscono l’abitazione e la Wunderkammer del naturalista bolognese, nel cinquecentenario della sua nascita
- Stefano Luppi
- 28 febbraio 2023
- 00’minuti di lettura


Una veduta dell’allestimento della mostra su Aldrovandi a Palazzo Poggi
Il Rinascimento naturale di Aldrovandi
Centinaia di pezzi ricostruiscono l’abitazione e la Wunderkammer del naturalista bolognese, nel cinquecentenario della sua nascita
- Stefano Luppi
- 28 febbraio 2023
- 00’minuti di lettura
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliPer il cinquecentenario della nascita di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), l’Università di Bologna, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Cnr, propone fino al 10 aprile la rassegna «L’altro Rinascimento. Ulisse Aldrovandi e le meraviglie del mondo» che, al Museo di Palazzo Poggi, riscopre il grande intellettuale protagonista rinascimentale del risveglio delle scienze naturali.
Aldrovandi, infatti, viene considerato il padre della storia naturale moderna come si evince dal patrimonio dell’Alma Mater, ottenuto dal suo lascito testamentario e composto da 18mila reperti naturali (fondò anche l’orto botanico cittadino), un erbario con 7mila piante distribuite in 15 tomi, 11mila campioni di animali acquatici, terresti, volanti e minerali. Di larga parte della collezione, inoltre, fece ricavare disegni da Giovanni Neri, Jacopo Ligozzi, Cornelio Schwindt e altri artisti, al contempo pubblicando e predisponendo titoli fondamentali per gli studi come l’Historia naturalis composta in tredici volumi scritti e appunto illustrati.
La rassegna, soprattutto attraverso le quasi complete collezioni universitarie superstiti di Aldrovandi, dà ampio conto di tutto ciò nel percorso, curato da Giovanni Carrada, che alterna centinaia di pezzi provenienti anche da musei quali l’Accademia Carrara di Bergamo, la Galleria Spada e il Museo delle Civiltà di Roma.
Tra la ricostruzione dell’abitazione del naturalista e la sua Wunderkammer sono annoverati naturalia e mirabilia, in parte finora mai esposti tra cui il messicano «Codice Cospi» del XV-XVI secolo, uno dei soli 13 manoscritti precolombiani mesoamericani sopravvissuti oggi, oltre a numerosi disegni e tavole dei suoi volumi, accompagnati da videoproiezioni e installazioni digitali.

Una veduta dell’allestimento della mostra su Aldrovandi a Palazzo Poggi