Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Andrea Pazienza, «Il mio Gargano», 1974, collezione privata

Image

Andrea Pazienza, «Il mio Gargano», 1974, collezione privata

Il MaXXI celebra Andrea Pazienza

Parte dalla sede a L’Aquila e proseguirà a Roma nella primavera 2026 il progetto dedicato a uno dei protagonisti più visionari del fumetto italiano nel 70mo anniversario della nascita

Travolgente, energico, vitale, pulsante e febbrile, sono molte le parole che bene si adattano alla definizione del segno grafico e all’essenza dell’arte di Andrea Pazienza, protagonista della mostra «La matematica del segno» al MaXXI L’Aquila dal 6 dicembre al 6 aprile 2026, a cura di Giulia Ferracci e Oscar Glioti, spaccato espositivo pensato in due tempi, con conclusione dalla primavera del 2026 a Roma. Autore tormentato, con una vita segnata dagli eccessi ed emotivamente instabile, Pazienza nella complessità del suo immaginario ha saputo cogliere le contraddizioni del proprio tempo fra dramma e ironia, lirismo e denuncia sociale. Rappresentante del disagio di un’intera generazione, di un idealismo giovanile in fase di disincanto, è agli anni della formazione che la sede abruzzese del Museo nazionale delle arti del XXI secolo guarda con interesse, esponendo circa 100 opere tra chine, acquerelli e pennarelli, anche di grande formato, molte delle quali mai esposte prima. Pazienza (originario di San Benedetto del Tronto, classe 1956, morto a Montepulciano nel 1988) dal 1969 è a Pescara dove, fra il 1973 e il 1976 frequenta il «Misticoni», il liceo artistico cittadino, venendo in contatto con docenti e artisti quali Sandro Visca e Albano Paolinelli, fra le altre cose attivi nell’esperienza del Centro culturale galleria-laboratorio «Convergenze», promosso da Peppino D’Emilio nella città adriatica dal 1973 al 1981, insieme ad Angelo Colangelo, Dino Colalongo, Armando Misticoni, Elio Di Blasio e Alfredo Del Greco.

Luogo che vede anche il coinvolgimento di Pazienza, in arte Paz, dove espone nel 1975, cui il museo aquilano ha deciso, nel contesto di questa mostra, di dedicare uno specifico focus per mettere in luce la particolare e vivace situazione culturale pescarese. È nella formazione liceale e nei contatti con l’ambiente dell’arte della città di Pescara che Pazienza matura il proprio linguaggio espressivo, ben dosato fra pittura e fumetto, con un segno mai statico o descrittivo ma capace di catturare l’immediatezza dell’esperienza. Il titolo della mostra, «La matematica del segno», è volutamente una locuzione che trattiene in sé una logica. Quella di Andrea Pazienza dove «l’armonia tra rigore e libertà, ordine e invenzione, tecnica e intuizione, rappresentano il codice attraverso cui ha saputo trasformare il fumetto in una nuova arte» e il segno in un sistema narrativo complesso e flessibile. Quel segno a volte sporco e un po’ grezzo è anche e soprattutto il simbolo della potenza e dell’autenticità della sua arte. Un segno capace di mettere in scena originali racconti visivi, fatti di emozioni e stati d’animo, che nel tempo si sono tradotti nella costruzione del mito di Andrea Pazienza, occupando un posto unico e indelebile nell’immaginario collettivo italiano, ben oltre i confini del fumetto. La mostra si svolge nel 70mo anniversario della sua nascita, per celebrare uno dei protagonisti più visionari del fumetto e dell’arte contemporanea italiana.

Andrea Pazienza, «Editoriale cannibale (cielo mio marito)», 1978. Courtesy Mariella Pazienza, Michele Pazienza

Maria Letizia Paiato, 05 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Il MaXXI celebra Andrea Pazienza | Maria Letizia Paiato

Il MaXXI celebra Andrea Pazienza | Maria Letizia Paiato