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Al Musée Jacquemart-André una cinquantina di opere attraversano tutta la vita dell’artista veneziano (1430 ca-1516)
- Luana De Micco
- 03 marzo 2023
- 00’minuti di lettura


«Cristo morto sostenuto da due angeli», di Giovanni Bellini (particolare). Foto © Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie | Christoph Schmidt | CC BY-NC-SA 4.0
I molteplici intrecci di Giovanni Bellini
Al Musée Jacquemart-André una cinquantina di opere attraversano tutta la vita dell’artista veneziano (1430 ca-1516)
- Luana De Micco
- 03 marzo 2023
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDal 3 marzo al 17 luglio il Musée Jacquemart-André presenta la mostra «Giovanni Bellini, influenze incrociate», curata da Neville Rowley, conservatore della Gemäldegalerie e del Bode-Museum di Berlino, già curatore nel 2018 della mostra londinese su Mantegna e Bellini, affiancato ora da Pierre Curie, specialista di pittura italiana e spagnola.
Le opere esposte sono una cinquantina, con tesori come il «Cristo morto sostenuto dagli angeli» (1475 ca) in arrivo da Berlino e la «Santa Giustina» (1475) del Museo Bagatti Valsecchi di Milano. È esposta anche la «Madonna col bambino in trono» (1500 ca), sola opera di Bellini (e bottega) della collezione del museo parigino, fondato a metà ’800 da Édouard André e Nélie Jacquemart, appassionati di pittura venuta.
Altre opere arrivano dal Thyssen-Bornemisza di Madrid, dalla Galleria Borghese di Roma, dal Museo Correr e dalla Scuola Grande di San Rocco di Venezia, oltre che dai parigini Louvre e Petit Palais. Il percorso cronologico e tematico attraversa tutta la vita di Giovanni Bellini (1430 ca-1516) e analizza le influenze artistiche che ne impregnarono l’opera: la collaborazione con il cognato Andrea Mantegna, il contatto con le sculture monumentali del periodo padovano di Donatello e l’incontro con Antonello da Messina (in mostra il suo «Ritratto di giovane», 1478, da Berlino), giunto a Venezia nel 1475 e da cui Giovanni Bellini deriva probabilmente il gusto della pittura a olio di ispirazione fiamminga.
Questo incontro, sottolinea il museo, «provoca uno scambio reciproco fecondo: Antonello riprende molte idee belliniane, mentre Bellini considera Antonello un suo alter ego». Sotto questi influssi, il Giambellino innovò la pittura veneziana e guidò la rivoluzione del colore da cui attingeranno anche Giorgione (esposta, la sua «Madonna Cook», 1505 ca, da Berlino) e Tiziano.

«Cristo morto sostenuto da due angeli», di Giovanni Bellini (particolare). Foto © Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie | Christoph Schmidt | CC BY-NC-SA 4.0