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Annie Leibovitz, «Patti Smith, MacDougal Street» (2024)

© Annie Leibovitz_Courtesy the artist and Hauser & Wirth

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Annie Leibovitz, «Patti Smith, MacDougal Street» (2024)

© Annie Leibovitz_Courtesy the artist and Hauser & Wirth

Gli ultimi vent’anni di Annie

Un viaggio visivo nel tempo interiore di Annie Leibovitz, tra volti celebri e oggetti che raccontano l’America, è allestito nella sede monegasca di Hauser & Wirth

Dopo la tappa inaugurale a New York, la mostra «Stream of Consciousness» di Annie Leibovitz (Waterbury, 2 ottobre 1949), arriva a Monaco (dal 2 luglio al 27 settembre) nello spazio di Hauser & Wirth, segnando la prima esposizione personale dell’artista americana nel Principato. L’allestimento propone una selezione di fotografie realizzate negli ultimi vent’anni disposte in modo fluido e associativo, senza rispettare un preciso ordine cronologico. «Ci sono alcune fotografie – la collina rossa di Georgia O’Keeffe, il ritratto di Joan Didion a Central Park – che fanno rima con fotografie di altri luoghi, altri tempi. Non sono ancorate al momento in cui sono state scattate. Continuo a tornare a queste immagini», afferma Leibovitz. Ecco che nella mostra immagini apparentemente distanti dialogano tra loro per affinità emotive, culturali e narrative. 
Si va dai ritratti di figure iconiche come Billie EilishSalman RushdieAmy SheraldStephen Hawking e Ketanji Brown Jackson, fino a nature morte e paesaggi carichi di simbolismo.

 

 

Annie Leibovitz, «Georgia O’Keeffe’s red hill, Ghost Ranch, NewMexico», 2010-2024. © Annie Leibovitz. Courtesy the artist & Hauser & Wirth

Tra le opere meno conosciute, spiccano le fotografie scattate alla Frick Collection di New York, durante il restauro firmato da Annabelle Selldorf. Leibovitz ha realizzato questi scatti poco dopo un soggiorno con l’architetta nella sua casa nel Maine, restituendo un'atmosfera sospesa e riflessiva. Le sue immagini, infatti, anche quando costruite, trasmettono un raro senso di intimità, come se lo spettatore stesse osservando un momento riservato, nascosto alla normale visione pubblica. Accanto ai ritratti, trovano spazio immagini evocative di oggetti che parlano della storia americana: il cappello a cilindro di Abraham Lincoln, il televisore forato di proiettili di Elvis Presley – reliquie pop trasformate in simboli di un’identità collettiva. Queste giustapposizioni evidenziano uno dei tratti distintivi di Leibovitz: la capacità di bilanciare sfera privata e teatralità, unendo il dettaglio personale all’archetipo universale. La mostra arriva in un anno di riconoscimenti significativi: nel 2024, Leibovitz è stata eletta membro dell’Académie des Beaux-Arts di Parigi, a coronamento di una carriera già celebrata con il titolo di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres nel 2006.

Monica Trigona, 27 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Gli ultimi vent’anni di Annie | Monica Trigona

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