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Le iniziative del Museo della Ceramica, da Richard-Ginori ad Antonio Marras
- Carla Cerutti
- 20 agosto 2020
- 00’minuti di lettura


Antonio Marras. Foto di Daniela Zedda
Dieci anni di ceramica a Mondovì
Le iniziative del Museo della Ceramica, da Richard-Ginori ad Antonio Marras
- Carla Cerutti
- 20 agosto 2020
- 00’minuti di lettura
Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliNato dalla generosa volontà di Marco Levi e di suo nipote Guido Neppi Modona, il Museo della Ceramica di Mondovì compie 10 anni e festeggia l’evento con varie iniziative. Innanzitutto ha indetto il concorso «L’altra mascherina», parola oggi simbolo degli uomini e delle donne in prima linea contro la pandemia, ma che era anche la definizione di una tecnica manuale e seriale utilizzata sin dal 1737 nella fiorentina manifattura Ginori di Doccia, poi adottata nell’Ottocento dall’industria ceramica di Mondovì.
Proprio all’attività della Richard-Ginori nei suoi vari punti nodali, come la stessa Mondovì, San Cristoforo e Doccia, sarà il fulcro della mostra «Mirabile Industria: la Società Ceramica Richard-Ginori dal 1896 al 1972» che dovrebbe esser inaugurata il 21 novembre prossimo avendo come oggetto il singolare intreccio di economia, tecnica, arte e costume sotteso alla vicenda novecentesca della manifattura, a partire dalla mappatura dei suoi diversi stabilimenti (ben 15 attivi nell’arco del periodo considerato) e dal legame con i loro rispettivi territori.
Per la prima volta si propone uno sguardo sistemico e interdisciplinare, che solleciti il visitatore non soltanto ad ammirare gli oggetti più rappresentativi dal punto di vista estetico, ma anche la realtà storica del contesto industriale da cui sono scaturiti.
Tra gli eventi del decennale, particolarmente significativa la mostra «Il libro dello splendore (Zohar), monotipi e acquerelli» che aprirà il 17 settembre al Museo della Ceramica con 18 opere di Filippo di Sambuy selezionate da Ermanno Tedeschi in omaggio a Marco Levi: «Gli acquerelli, le carte preparatorie e i quadri di Sambuy – sottolinea Tedeschi - emanano un’autentica luce di splendore attraverso i colori e le forme, che riprendono concettualmente in modo delicato e ineccepibile lo spirito dello Zohar» [opera, scritta parte in ebraico, parte in aramaico, che assume la forma di un commento mistico e allegorico al Pentateuco]. In occasione dell’inaugurazione sarà possibile visitare la piccola e preziosa sinagoga di Mondovì.
È stata, inoltre, prorogata fino al 6 settembre la mostra «Antonio Marras: memorie dal sottosuolo…», a cura di Francesca Alfano Miglietti, che ha come oggetto una serie di opere appositamente realizzate (sculture, installazioni e ambientazioni, disseminate lungo tutto il primo piano del Museo, ospitato nello storico Palazzo Fauzone di Germagnano) che restituiscono il clima dell’omonimo romanzo di Dostoevskij.

Antonio Marras. Foto di Daniela Zedda