Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliLa città di Gorizia e il suo territorio sono al centro di una delle mostre di Palazzo Attems Petzenstein. Si intitola «Voi siete qui. Gorizia e il Goriziano nelle collezioni dei Musei Provinciali», è visitabile dal 27 giugno al 31 ottobre e attinge al patrimonio di questo luogo per offrire una cartina di tornasole e mettere in evidenza alcune sue specificità. Il percorso espositivo parte infatti invitando il visitatore a prendere coscienza della collocazione geopolitica di Gorizia, restituita attraverso carte geografiche e atlanti provenienti dall’Archivio Storico Provinciale. Seguono poi fotografie provenienti dalla Fototeca Provinciale, che custodisce oltre 19mila positivi per quanto riguarda solo il primo conflitto mondiale e quasi altrettanti concernenti altri temi.
Tra le più rilevanti opere esposte vi è un dipinto di Hugo Charlemont di fine Ottocento, commissionato dalla Imperial Regia Società agraria di Gorizia come dono per il presidente del sodalizio, il conte Francesco Coronini del ramo di San Pietro, in occasione del venticinquennale della sua presidenza, iniziata nel 1870. Raffigura la frutta tipica del Goriziano, che era apprezzata in tutta Europa, fino in Russia. Le varietà erano tantissime, includevano ciliegie, susine, mele, pere, lamponi, ribes, pesche, azzeruoli, albicocche, limoni, meloni, uva, noci e castagne, un tripudio di colori, forme, profumi e sapori che contribuivano alla nomea di «Giardino d’Austria», associata alla Contea di Gorizia per la sua posizione a sud delle Alpi, caratterizzata dal sole, dall’influenza del mare e dalla fertilità del terreno.
La sezione di mostra riservata alle arti visive offre una panoramica che abbraccia figure di primo piano come Vittorio Bolaffio (Gorizia, 1883-Trieste, 1931), Josef Maria Auchentaller (Vienna, 1865-Grado, 1949), Luigi Spazzapan (Gradisca d’Isonzo, 1889-Torino, 1958), Veno Pilon (Aidussina, 1896-1970) e Tullio Crali (Igalo, 1910-Milano, 2000), senza dimenticare i futuristi giuliani. Ideale icona di questo luogo un’opera di Giuseppe Tominz (Gorizia, 1790-Gradiscutta, 1866), si intitola «Autoritratto con il fratello Francesco», è un’immagine di fratellanza che assurge a simbolo di legami, come quello tra Nova Gorica e Gorizia, che insieme sono la Capitale europea della Cultura 2025. La mostra si chiude con Zoran Music (Boccavizza, 1909-Venezia, 2005), innescando un trait d’union con la grande retrospettiva che la stessa sede gli dedica. Attraverso le biografie di questi autori, Gorizia è al centro dell’Europa, una fucina di cultura e creatività che ha espresso e attirato molti artisti.