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Veduta d’insieme della sala di Palazzo Tade dedicata ad Ado Furlan

Foto: Ciol Grande

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Veduta d’insieme della sala di Palazzo Tade dedicata ad Ado Furlan

Foto: Ciol Grande

Cinque mesi di appuntamenti per i vent’anni della Fondazione Furlan

Nelle sue prime due decadi di vita, l’istituzione friulana non solo ha valorizzato l’opera dello scultore, ma ha incluso gli artisti amici e varie attività

Compie vent’anni la Fondazione Ado Furlan, che nel 2004 ha ottenuto riconoscimento giuridico da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, dopo una dozzina di anni di attività già svolta in forma di associazione. «Sono i primi vent’anni», ci tiene a precisare Caterina Furlan, presidente di questa istituzione apolitica e senza fini di lucro. «Il principale obiettivo, prosegue, è la valorizzazione della figura e dell’opera dello scultore da cui prende il nome, nato a Pordenone nel 1905 e scomparso a Udine nel 1971, e la promozione delle arti visive in genere, con aperture anche in direzione dell’architettura moderna e contemporanea». 

Più che su eventi autocelebrativi, la fondazione punta su serietà, intensità e continuità, caratteristiche del suo lungo operato e mette in evidenza il percorso fatto finora organizzando una mostra sulle acquisizioni effettuate dalla fondazione tra il 2004 e il 2024, impegno sempre meno scontato per un ente culturale. Tra le opere esposte, fino al 6 luglio nella sede di via Mazzini a Pordenone, troviamo Ida Blažičko, Nicola Carrino, Mathilde Caylou, Pericle Fazzini, Massimo Poldelmengo, Cesare Scoccimarro, Nelio Sonego, Nicola Verlato e Carlo Vidoni. «Una parte di queste è frutto di un acquisto diretto, spiega Furlan, mentre altre sono state donate dagli artisti con i quali ha intrattenuto rapporti, altre ancora provengono da alcuni soggetti privati, come nel caso della grande veduta prospettica del Municipio di Pordenone eseguita nel 1926 dall’architetto Cesare Scoccimarro incaricato dell’ampliamento dell’edificio e devoluta alla Fondazione dal figlio Antonio, anche lui architetto, scomparso nel 2020». 

È stato poi individuato il filo conduttore che caratterizza l’annata: la musica, amata da Ado Furlan, come sottolinea il nuovo allestimento permanente dei «Percorsi nella scultura italiana» nella sede di Palazzo Tadea a Spilimbergo fino al 6 ottobre, inserendo in mostra i ritratti di Ludwig van Beethoven e del pianista Alfred Cortot, realizzati dallo scultore negli anni cinquanta del secolo scorso. 

«Italo dorme, Giannino sogna» (1939-42) di Ado Furlan (particolare). Foto Ciol: Grande

Tornando a Pordenone, dal 7 settembre sono due le mostre legate alla musica: «Opera al nero 2024», che conclude un progetto di Massimo Poldelmengo incominciato nel 2020 con la combustione di un vecchio pianoforte a coda e la registrazione di una performance musicale del pianista Giorgio Pacorig, e «Copertine come quadri», con una serie di copertine di dischi dalla collezione di Renato Portolan. La programmazione annuale in questa sede si concluderà ospitando la consueta iniziativa «Quaderni di viaggio», promossa dall’Ordine degli Architetti Ppc della Provincia di Pordenone in memoria dell’architetto Giannino Furlan, già presidente dell’Ordine scomparso nel 2007, ma la musica ritorna nelle conferenze, altra attività continuativa della fondazione in collaborazione con istituti universitari. Il 3 giugno, nell’ambito del dottorato di ricerca di Storia dell’arte dell’Università di Udine, è di scena «Visualizzare la musica / sonorizzare le immagini» con interventi di Paolo Bolpagni, Roberto Calabretto, Alessandro Del Puppo e Stefania Macioce

Per quanto concerne le pubblicazioni, oltre ai quattro volumi dedicati all’epistolario di Ado Furlan, la fondazione a partire dal 2006 ha dato vita a una serie di quaderni giunti oggi al dodicesimo numero, incentrati non solo sulle proprie collezioni, ma anche su mostre e convegni organizzati in collaborazione con enti e istituzioni quali i Comuni di Pordenone e Spilimbergo, l’Università di Udine e l’Università Iuav di Venezia.

Tra le molte attività svolte, sul fronte dei restauri, l’iniziativa più impegnativa ha riguardato la propria sede di rappresentanza, ospitata in un’ala del Castello di Spilimbergo che conserva al proprio interno un celeberrimo fregio di Giovanni da Udine databile agli anni Venti del Cinquecento. «Questa funzione, conclude la presidente, convive con quella di casa museo, destinata a perpetuare il ricordo di Ado Furlan, che vi trascorse gli ultimi anni di vita, e del figlio Italo, che acquistò l’immobile nel 1965», e ricorda che un’occasione per visitare questa sede sarà l’edizione autunnale di «Castelli aperti».

Lo studio dello scultore Ado Furlan nel castello di Spilimbergo. Foto: Italo Zannier, 1971

Mariella Rossi, 30 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

Cinque mesi di appuntamenti per i vent’anni della Fondazione Furlan | Mariella Rossi

Cinque mesi di appuntamenti per i vent’anni della Fondazione Furlan | Mariella Rossi